martedì, 26 Novembre 2024

Miccichè: dimore storiche siano agorà per cultura

Le Fiandre nel triennio 2018-2020 dedicano ai tre grandi Maestri fiamminghi, Pietro Paolo Rubens, Bruegel il Vecchio e Jan van Eyck, un fitto calendario di attività, mostre ed eventi a cavallo tra passato e presente. La Fondazione Federico II e l’Assemblea Regionale Siciliana concludono, unitamente all’Ente per il turismo delle Fiandre, il percorso espositivo della mostra “Sicilia, pittura fiamminga” con un evento dal titolo “Dalle Fiandre a Palermo. Arte in Dimora”.

Il percorso di fruizione delle opere fiamminghe si estende da Palazzo dei Normanni a Villa Chiaramonte Bordonaro, storica dimora settecentesca di viale del Fante che, grazie a questo evento, aprirà le porte ai visitatori. Si tratta della collezione privata di pittura fiamminga, tutelata dalla Sovrintendenza di Palermo, ritenuta la più importante del capoluogo siciliano, formata a fine Ottocento. La Collezione figura, già, fra i prestatori della mostra, con la Madonna con Bambino della cerchia di Van Dyck e l’Annunciazione di Gerard David.

“L’impegno della Fondazione Federico II – sottolinea Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II – per valorizzare i beni culturali non si limita ai beni della Regione: le dimore storiche siciliane, spesso poste sotto tutela dalle Soprintendenze, meritano di diventare agorà dove la cultura sia fruibile per tutti. Questo è tra gli impegni assunti dalla Fondazione Federico II e portato, con eccellenti risultati, a termine. In questo caso realizziamo una duplice valorizzazione: quella relativa ai dipinti preziosi e l’altra delle dimore storiche, che nel nostro territorio testimoniano la ricchezza dell’arte e della cultura della Sicilia”.

“Il percorso espositivo della mostra era, naturale, che includesse il patrimonio pittorico, presente nelle dimore storiche siciliane. La Fondazione Federico II – dichiara Patrizia Monterosso, Direttore Generale – realizza, grazie a questa iniziativa, l’obiettivo di stimolare la fruizione di quei beni che sono sconosciuti ai più. Penso a tutte quelle opere d’arte, alle testimonianze storiche, culturali, sociali e di costume che, ancora oggi, non godono di adeguata visibilità perché nascoste, non opportunamente conosciute e, per questo motivo, poco valorizzate”.

 

 

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