venerdì, 20 Dicembre 2024

Eurispes presenta progetto alternativo per il porto di Palermo

Un investimento da 5 miliardi di euro che potrebbe creare oltre 400 mila posti di lavoro in Sicilia. È il progetto sul porto hub di Palermo presentato dall’Eurispes a palazzo d’Orleans, che punterebbe a fare del capoluogo siciliano uno dei porti più importanti del Sud Europa.

Il progetto prevede la riqualificazione della foce del fiume Oreto e della costa sud orientale della città, interessa il golfo di Palermo da Sant’Erasmo ad Acqua dei Corsari. Lungo un’area di tre chilometri è prevista la creazione di una piattaforma collegata con la costa all’altezza della Bandita che formerebbe con essa una baia larga circa 300 metri, destinata agli sport acquatici, con 200 posti per le imbarcazioni da diporto in transito. Nell’area dovrebbero sorgere anche impianti sportivi all’aperto per 10 ettari, un parco urbano sul mare ed ampi spazi per il tempo libero, piste ciclabili e di running, punti ristoro e negozi. Il porto-canale progettato avrebbe 9 chilometri di banchine e un piazzale di circa 200 ettari, un ingresso a nord-ovest e un uscita a sud-est e sarebbe direttamente collegato ad un retroporto di 100 ettari, dove realizzare anche un hotel, un residence, un parcheggio multipiani, mentre in un’area di 8 mila metri quadrati sarebbe destinata ad uffici.

“Quest’opera non interessa solo Palermo, ha una dimensione regionale e riguarda il Mezzogiorno e dunque l’intero Paese”, ha detto il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara.

“Quest’opera potrebbe essere realizzata in tre anni – ha detto il progettista Giovan Battista Rubino, componente del comitato scientifico Eurispes Sicilia – Le sue caratteristiche tecniche farebbero di Palermo il porto più importante del Mediterraneo europeo in grado di movimentare 16 milioni di container all’anno contro i 5 mln del porto di Valencia, i 3 mln di quello di Gioia Tauro e i 2 mln circa dei porti di Barcellona e Genova”.

Un progetto che però secondo Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune, al Comune di Palermo, si basa sulla cementificazione selvaggia, dunque è in condivisibile. Tra l’altro è “in pieno contrasto con il Piano regolatore generale del Comune di Palermo e con il  Piano urbano del Demanio marittimo. Dunque non è contemplata in alcun modo nella pianificazione prevista per la città di Palermo”, ha concluso Catania.

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