Riceviamo e pubblichiamo la nota di Simone Fiderigo Franci e Claudia Sonego, rispettivamente presidente e vicepresidente GTI in merito al Dl Rilancio.
“Quanto prospettato dal ministro Dario Franceschini, per dare fiato al turismo, dà l’idea che non si conosca la reale articolazione del settore. Nel Decreto Rilancio ci sono un insieme di misure per le imprese, per le adv, per i TO. Per salvaguardare il brand Italia. C’è il bonus o tax crediti vacanza, come lo si vuole definire, per le famiglie. Si incentiva il turismo di prossimità. E va tutto benissimo, ci mancherebbe. Ma noi operatori? Per noi migliaia di guide turistiche, quindi divulgatori culturali di cui il turismo beneficia, non c’è nulla, tranne il rinnovo dei 600 euro per aprile e mille euro per maggio, autocertificando, come tutti gli autonomi, di avere subito un calo di almeno il 33 per cento nel bimestre 2020 rispetto al 2019. Siamo stati messi nella ‘voce’ stagionali, ma questo è inesatto, noi, pur tra alte e basse stagioni, lavoriamo tutto l’anno. Nulla che vada nella direzione di riprendere il nostro mestiere. Capiamo che si navighi a vista, ma non essere contemplati come categoria, neppure nel fondo emergenza delle imprese culturali, è davvero avvilente. Ed è frustrante dovere dimostrare di avere un calo del reddito. Noi non abbiamo reddito, forse è questo che sfugge. Non abbiamo entrate. L’Italia è ferma, il turismo è fermo, noi siamo fermi. Ma paghiamo affitti, mutui, utenze, cibo. Non è difficile desumere che siamo in grande difficoltà. E metterci sullo stesso piano di altri liberi professionisti che anche se in forma ridotta hanno potuto continuare ad esercitare è, secondo noi, inconcepibile. Dispiace, perché in questi mesi abbiamo manifestato le nostre istanze, anche su sollecitazione della commissione parlamentare deputata. Perché abbiamo fatto proposte, come convenzioni con i musei. Perché abbiamo chiesto politiche di reinserimento lavorativo, non assistenziale. Confidiamo possano essere apportati correttivi che vadano verso il riconoscimento della dignità della nostra professione”.