giovedì, 19 Dicembre 2024

Un leghista alla guida del nuovo Ministero del Turismo: chi è Garavaglia

Hanno evidentemente funzionato i tanti appelli delle ultime ore (dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca al quello di Confturismo Luca Patanè) al premier incaricato Mario Draghi per la formazione di un ministero del turismo con adeguato portafoglio. Il settore, che prima della crisi del Covid valeva oltre il 13% del pil italiano ed era uno dei settori economici più resilienti e vitali, è stato massacrato dalla crisi del Covid e forse per questo si è scelto di creare un ministero dedicato che sarà guidato da Massimo Garavaglia.

Dunque il ministero del Turismo, che per la prima volta nella storia repubblicana assume una sua connotazione autonoma, torna ad essere amministrato da un esponente della Lega come fu nel governo giallo verde, quando ad occuparsi delle politiche turistiche – in quel caso accorpate a quelle agricole – fu Giampaolo Centinaro.

Lombardo, classe ’68, viceministro dell’economia nel primo governo Conte, Garavaglia è stato sindaco per due mandati del suo comune di residenza, Marcallo con Casone (Milano). Leghista della prima ora vicino all’ala moderata di Giorgetti, in Parlamento dal 2006 con il record di senatore più giovane della Repubblica nel 2008 (aveva 40 anni), a lungo capogruppo della Lega nord in commissione bilancio. Risale al 2015 un suo coinvolgimento in una vicenda giudiziaria per la quale deve essere ancora fissato il processo di appello: Garavaglia, che all’epoca era assessore all’economia della Regione Lombardia, venne indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta un’inchiesta che ha coinvolto molti altri imputati e che portò all’arresto dell’allora vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani. Nel luglio 2019 lui è stato assolto “per non aver commesso il fatto” mentre Mantovani è stato condannato in primo grado.

Sposato e padre di due ragazze, Garavaglia ha natali semplici, papà operaio e mamma casalinga. Ma dopo la maturità scientifica ha portato a casa due lauree – una in economia alla Bocconi l’altra in Scienze politiche alla Statale- inanellando anche una serie di corsi di formazione. Consulente aziendale specializzato in controllo di gestione, qualità e sistemi informativi, è stato anche membro dal 2013 del consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e prestiti in rappresentanza del settore delle regioni. Convinto assertore della flat tax, ha sottolineato recentemente in un’intervista a Rai1 la necessità di intervenire in particolar modo abbassando le tasse “in modo mirato su settori specifici come per esempio il turismo, gli alberghi, i ristoranti”.

Di turismo si è occupato più che altro quando era impegnato nella politica locale, come assessore all’economia crescita e semplificazione in Lombardia, ma c’è da giurare che porterà nel settore la sua competenza in fatto di conti e di gestione. Nell’intestazione del suo sito personale rivendica un motto, dichiaratamente lombardo: “Tra il dire e il fare gh’è el mètes à drèe!” che la dice lunga sulla sua tenacia e la voglia di non arrendersi mai.

Intanto incassa l’assist del neo ministro della cultura Franceschini che già qualche tempo fa, alla luce dei problemi emersi durante la pandemia, aveva sottolineato l’esigenza per il turismo di un dicastero completamente dedicato e che ora ringraziando Mattarella commenta: “Giusta scelta un ministero per il solo Turismo, così colpito dalla crisi”.

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