giovedì, 19 Dicembre 2024

Nuova vita per villaggio Kartibubbo, dall’abbandono ad esempio virtuoso

Dopo essere stato confiscato alla mafia nel 2014 il villaggio ‘Kartibubbo’ a Torretta Granitola si presenta oggi come un esempio virtuoso. “La situazione in cui trovammo il villaggio era a dir poco di abbandono e ci vollero diversi mesi di studio da parte di tecnici qualificati per venire a capo di come funzionasse tutta la struttura, anzi di come non funzionassei nulla”, spiega Giovanni Critti, amministratore della ‘Kartibubbo Fulgens in Lege srl’. La società è nata per volontà degli amministratori giudiziari, coinvolgendo anche un socio privato e la cooperativa ‘Sanvitese Servizi Alberghieri’, che gestisce l’hotel ‘Panoramic’ di San Vito Lo Capo, anche questo confiscato.
“In un primo momento la situazione ci era apparsa così compromessa da farci quasi desistere sulle possibilità di riprendere l’attività turistica-ricettiva”, spiega Critti. Dopo il sequestro da parte della DIA, infatti, il comune di Campobello scoprì che al villaggio non c’erano le fognature, non c’era l’allaccio idrico alla rete pubblica e l’impianto antincendio non era stato adeguato.
È stata la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani in prima battuta nel 2014 e l’Agenzia dei beni confiscati dopo la sentenza di primo grado nel 2016 ad affidare in gestione tutti gli immobili confiscati a Di Giovanni dentro il villaggio alla società ‘Kartibubbo Fulgens in Lege srl’. “Ci hanno affidato un preciso compito – dice Critti – cioè quello di realizzare nel più breve tempo possibile tutti gli interventi igienico-sanitari e di sicurezza per consentire di continuare a svolgere l’attività ricettiva in legalità”. La società ha provveduto anche a eseguire i primi interventi di ristrutturazione sugli alloggi e su alcuni servizi primari, quali la ristorazione e le piscine, grazie alla collaborazione di Unicredit. “Abbiamo ottenuto anche l’Autorizzazione unica ambientale – dice Critti – e abbiamo messo in sicurezza gli impianti sportivi. Ora vogliamo aprirci al territorio, mettendo a disposizione i nostri spazi a chi vuole proporre iniziative culturali, per continuare a percorrere insieme il cammino della legalità”.

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