giovedì, 21 Novembre 2024

Multiculturale, intensa e creativa: così Palermo strega Lonely Planet

Nasce con l’obiettivo di fornire nuovi spunti per ricominciare a viaggiare ‘Lonely Planet 48 ore a….’, la nuova formula che consente di realizzare una visita perfetta in soli due giorni, mettendo a punto, prima di partire, un itinerario dettagliato perché “se non si può vedere tutto non bisogna perdersi il meglio”.

Ed ecco come la celebre guida descrive il capoluogo siciliano: arte, cultura, tesori Unesco, musei innovativi, progetti sociali, sport, vita balneare, street food e buona cucina: qualunque sia il vostro approccio al turismo e per quanto vari possano essere i vostri interessi, Palermo come per magia saprà tirare fuori dal cilindro una carta vincente.

Ecco quindi l’itinerario proposto da Lonely Planet.

Il primo giorno, passeggiando fra il centro e la Zisa, parte dal centro del centro: la secentesca Piazza dei Quattro Canti, dove convergono i quattro quartieri storici, appunto detti ‘canti’. Pochi passi a sud-est Piazza Pretoria, per proseguire verso l’adiacente Piazza Bellini e leggere negli edifici che vi si affacciano un compendio storico-architettonico della città, che parte dagli sparuti resti delle mura puniche per arrivare all’ottocentesco Teatro Bellini. Quindi sosta golosa al Monastero di Santa Caterina d’Alessandria, che nasconde a lato del suo magnifico chiostro maiolicato la pasticceria i Segreti del Chiostro.

Oltre Via Maqueda, il mercato di Ballarò è l’erede del suq che già occupava queste strade sotto la dominazione araba e in qualche modo ne evoca ancora le atmosfere. Procedendo verso ovest vi addentrerete nell’anima multietnica del quartiere. Ed ecco Moltivolti, ristorante di cucina internazionale e spazio per il coworking, ma anche un’impresa impegnata nel sociale il cui motto è “la mia terra è dove poggio i miei piedi”. Ai fornelli cinque cuochi di nazionalità diverse danno vita a un menu che accosta piatti del mondo, senza tralasciare specialità siciliane, e che conquistando il nostro palato ci ricorda che il mix di tradizioni è sempre una risorsa.

Rimettetevi in cammino alla scoperta di un trionfale simbolo del multiculturalismo della città: la Cappella Palatina, all’interno del Palazzo dei Normanni. Lasciatevi alle spalle il centro storico valicando la Porta Nuova per scoprire una vivace borgata che è tanto cambiata negli ultimi anni da essere un segreto persino per molti palermitani: Danisinni che oggi accoglie i viaggiatori in una fattoria urbana incastonata fra casette, dove si può gustare l’autentica cucina casereccia grazie alle iniziative di home restaurant, sperimentare l’ospitalità dell’ostello sociale concepito per mettere in relazione ospiti e gente del posto (chi vi pernotta può partecipare attivamente alla vita della borgata) o assistere a uno spettacolo di circo nello Chapiteau e godersi un break in un contesto rurale senza uscire dalla città, anzi ad appena una decina di minuti a piedi dal centro.

Da Danisinni una scalinata sale verso la Zisa, la ‘splendida’ (questo il significato del nome di origine araba), una fortezza impenetrabile e una dimora delle favole per lo svago dei sovrani normanni. A breve distanza Palermo sfoggia l’anima dinamica delle sue periferie nei Cantieri Culturali alla Zisa, ex complesso industriale che oggi nei suoi giganteschi padiglioni produce cultura e socializzazione anziché mobili e vagoni ferroviari. Potete fermarvi a cena al Cre.Zi. Plus, uno spazio di ristorazione con funzioni ibride, alcune legate all’inclusione sociale e chiudere qui la vostra prima giornata, oppure tornare verso il centro per omaggiare il Teatro Massimo, un simbolo della rinascita culturale della città, e per curiosare fra i tanti locali che ne animano i vicoletti.

La seconda giornata, dal blu di Mondello e al verde della Favorita, inizia proprio dalla borgata marinara. Dopo che vi sarete rinvigoriti con un bagno mattutino, è il momento di un’immersione nella natura nel Parco della Favorita, che con i suoi quasi 400 ettari di estensione è il polmone verde di Palermo.

Riconquistato il centro città, fate rotta verso il porticciolo turistico della Cala. Godetevi la passeggiata dall’antico Castello a Mare fino alla Chiesa di Santa Maria della Catena. Spostatevi verso Piazza Marina, la cui star indiscussa è il mastodontico Ficus macrophylla, l’albero più grande d’Europa.

La tappa successiva è Palazzo Butera, una casa-museo di nuova concezione dove vivrete un’esperienza dell’arte emotiva e immersiva e potrete scoprire la collezione privata di Francesca e Massimo Valsecchi.

Quindi dirigetevi verso sud, con una piccola deviazione dal mare, per cedere alla malìa della Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, sconsacrata, che ha tratto un fascino unico dal crollo della volta.

Tornate quindi sul lungomare e passeggiate fino al molo del Borgo Sant’Erasmo. Qui potrete chiudere la vostra 48 ore a Palermo, alla trattoria Molo Sant’Erasmo, una tonnara abbandonata trasformata in un luminoso ristorante in cui concedersi un pasto a base di pesce con vista sul Mediterraneo.

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foto © Luca Schilirò / Lonely Planet Italia

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