sabato, 23 Novembre 2024

Negli scali romani 14 mln di pax nel 2021: -72% rispetto pre-pandemia

Il sistema aeroportuale romano ha chiuso il 2021 con circa 14 milioni di passeggeri, in crescita del 22% rispetto al 2020 ma ancora in flessione del 72% rispetto al 2019,prima dell’inizio della pandemia. In sintesi, il 2021 è stato un anno con luci e ombre che ha segnato l’inizio della ripresa, tuttavia rallentata nella fine dell’anno per l’impatto della variante Omicron.

Nello stesso anno, Aeroporti di Roma ha proseguito nel proprio piano di sviluppo e transizione con un volume di investimenti per oltre 160 milioni (oltre 300 nel biennio 2020-21) e nel quarto trimestre del 2021 – secondo le rilevazioni effettuate da Airport Council International (ACI) – si confermato al primo posto tra i grandi aeroporti nell’Ue per gradimento dei viaggiatori.

“Nonostante una situazione ancora complessa – dice Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma – ci sono i presupposti perché il 2022 sia un anno di graduale ripresa del traffico negli scali di Fiumicino e Ciampino. Soprattutto fa ben sperare il dinamismo dei vettori americani per la prossima stagione estiva e la previsione che il traffico all’interno dell’Europa possa tornare alla quasi normalità nel corso dell’anno. Stiamo vivendo uno stravolgimento del mercato temporaneo, ma profondo, in cui gli aeroporti che pagano un prezzo più caro sono gli hub intercontinentali, come Fiumicino che ha visto ridursi fortemente i flussi di lungo raggio in particolare con i mercati di Asia, Russia e Sud America ancora oggi soggetti a forti restrizioni”.

Al Leonardo da Vinci nel 2021 sono transitati 11,7 milioni di passeggeri, con un incremento del 19% rispetto all’anno precedente e in calo del 73% sul 2019. L’andamento del traffico ha mostrato un trend a doppia velocità con un 1° semestre ancora in calo di 3,4 milioni di passeggeri (-55%) e un 2° semestre in aumento di 5,3 milioni di passeggeri (+147%) rispetto allo stesso periodo del 2020. A livello generale il mercato domestico di Fiumicino è quello che ha chiuso l’anno con il recupero maggiore, ripristinando circa il 45% dei movimenti ed il 40% dei passeggeri gestiti nel 2019.

Di contro, il traffico internazionale ha sofferto in misura maggiore l’effetto di un quadro normativo disomogeneo che ha prodotto uno scenario di protratte limitazioni agli spostamenti. Ne ha fatto le spese, in modo particolarmente sostenuto, l’intero segmento extra europeo che ha chiuso l’anno con poco più del 14% dei volumi passeggeri gestiti nel 2019, ricordando come Fiumicino, al pari degli altri grandi scali intercontinentali, abbia risentito del perdurare del calo dei voli di lungo raggio a causa delle forti limitazioni ancora in vigore.

Diversamente dai primari hub europei, invece, Fiumicino ha risentito anche della fine delle operazioni di Alitalia ma è stato comunque lo scalo europeo ad aver attivato il maggior numero di nuove rotte. Sono stati infatti lanciati oltre 50 nuovi collegamenti aerei, di cui 11 verso nuove destinazioni internazionali non operate da nessun altro vettore nemmeno nell’anno pre-pandemico, e 3 nuove compagnie aeree hanno debuttato su Fiumicino per la prima volta. Oltre a Ryanair e Wizz Air, altri vettori hanno contribuito al raggiungimento di tale record come, ad esempio, il debutto di Sky Express su Atene, di Flyr su Oslo, l’avvio di Eurowings su Praga, di Transavia su Parigi Orly, di Vueling su Tolosa.

Tra le note positive, va ricordato anche l’incoraggiante progresso conseguito sul mercato nord americano: Fiumicino è stato il primo aeroporto ad aver attivato i protocolli sperimentali Covid Tested Flights proprio sugli USA, favorendo un progressivo ripristino dei voli diretti.

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