venerdì, 22 Novembre 2024

Caro energia e assenza personale minacciano futuro hotellerie

Il costo dell’energia, insostenibile per aziende che hanno affrontato due anni di fermo pressoché totale. La gravissima carenza di manodopera che sta condizionando l’operatività delle imprese stanno mettendo a rischio la ripresa del settore alberghiero, come ha evidenziato la presidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo a Napoli, nell’ambito della convention di Forza Italia, nel panel “Turismo. La risorsa dell’Italia”.

Ma non solo. restano irrisolte alcune problematiche che riguardano l’assetto normativo con l’esigenza di un quadro organico su tutto il territorio nazionale, semplificazioni e il superamento di norme antistoriche, ed un sistema di regole capace anche di fotografare le nuove realtà superando l’abusivismo diffuso in molte città e destinazioni. Importante anche il passaggio sul tema delle concessioni balneari che vede le aziende alberghiere in una situazione di ulteriore difficoltà, vista l’infungibilità della concessione integrata nell’investimento e strumentale all’esercizio dell’attività di impresa. E poi il tema delle OTA nel difficile rapporto con il sistema alberghiero.

“Il 2022 si è aperto con buone prospettive ma una “tempesta perfetta” ha nuovamente colpito il settore alberghiero – ha sottolineato Maria Carmela Colaiacovo -. Da un lato l’aumento esponenziale dell’energia ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile. Gli alberghi per definizione non rientrano nella categoria delle energivore ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio. Per questo sono necessari interventi strutturali indispensabili a mantenere in vita le aziende. Sosteniamo le azioni del Governo volte ad individuare una strategia di medio-lungo periodo per fissare un tetto massimo al costo del gas ma è necessario un intervento anche nell’immediato per salvare il comparto. Dall’altro riscontriamo oggi la perdita di molte figure professionali che in due anni di pandemia hanno optato per nuovi percorsi professionali nel timore di non poter lavorare più nel turismo. Ormai un taglio del cuneo fiscale è indispensabile per il settore. Sappiamo bene che si tratta di una misura costosa, ma è un passaggio necessario per difendere la competitività delle nostre aziende che si confrontano sui mercati internazionali”.

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