Le vacanze degli italiani saranno più corte, anche per via del caro prezzi, e pur tagliando le
notti fuori casa la spesa per la villeggiatura risulterà più cara rispetto all’anno passato di ben 1,2 miliardi di euro.
“I fortissimi rincari dei prezzi nel settore dei trasporto aereo, degli alloggi e dei pacchetti vacanza modificano profondamente le abitudini vacanziere degli italiani – spiega il presidente Furio Truzzi – A luglio, rispetto allo stesso periodo del 2022, i prezzi dei biglietti per i voli nazionali sono rincarati del 26%, le tariffe di alberghi, motel e pensioni del +17,4%, i pacchetti vacanza del +17%, ristoranti e bar del +6,1%. Se da un lato rimane stabile rispetto al 2022 il numero di cittadini che si concederà una villeggiatura nel periodo estivo, dall’altro la tendenza è quella a tagliare la spesa attraverso una riduzione dei giorni di vacanza. Basti pensare che la percentuale di italiani che questa estate potrà permettersi solo un weekend o al massimo tre notti fuori casa, passa dal 4% dello scorso anno al 18% del 2023 – prosegue Truzzi – Ma si riduce fortemente anche la quota di chi trascorrerà fino a 7 notti fuori, dal 63% del 2022 al 56% di quest’anno”.
Delusione anche per Agriturist secondo cui, dopo i mesi di maggio e giugno molto positivi, non c’è stato il boom atteso per il picco estivo. Tutto il settore turistico paga l’andamento climatico, a cui si aggiunge l’aumento dei costi, l’inflazione, il caro benzina e quello dei biglietti per chi viaggia in treno o in aereo. L’agriturismo non fa eccezione con qualche luce per le strutture vicino alle città
d’arte e per quelle vicine alle coste che restano in linea con i dati dello scorso anno. Ma man mano che ci si allontana verso l’interno la situazione peggiora, dove si passa da -10% registrato a luglio a -30%, senza calcolare le aree colpite dall’alluvione o da altre calamità. “A salvare la stagione sono i numerosi stranieri che hanno deciso di scegliere i nostri agriturismi”, sottolinea il presidente Augusto Congionti.