venerdì, 22 Novembre 2024

Memoriale Portella Ginestra diventa sito di interesse culturale

Il Memoriale di Portella della Ginestra ha ottenuto il riconoscimento di “sito di interesse culturale”. Si conclude così positivamente la pratica avviata qualche mese fa ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, “sia per il suo riferimento con la storia, sia quale testimonianza unica dell’identità e della storia delle istituzioni collettive”.

“Il nostro appello – dice il presidente della Regione, Renato Schifani – è stato accolto e non possiamo che esserne soddisfatti. Si tratta di un riconoscimento importante perché parliamo di un luogo che è simbolo della lotta alla mafia e della lotta contro quelle forze reazionarie che hanno tentato di soffocare lo sviluppo della Sicilia e il benessere del suo popolo. Il Memoriale testimonia l’impegno civile dei siciliani che non si sono mai arresi all’ingiustizia, anche pagando il prezzo più alto”.

“Attraverso questo provvedimento, – aggiunge l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Scarpinato che ha avviato l’iter – abbiamo voluto dare il giusto riconoscimento a una comunità che ha pagato la sua libertà con il sacrificio della vita. Oggi, più che mai, è fondamentale diffondere il messaggio e l’importanza di lottare contro ogni forma di criminalità e di uscire dalla logica dell’indifferenza”.

Il Memoriale, che ricade nel territorio di Piana degli Albanesi, nel Palermitano, testimonia l’evento drammatico che ha segnato una pagina della storia nazionale. I sassi di Portella portano le tracce, ancora vive, di quel crimine consumato il primo maggio del ’47 dalle forze reazionarie e mafiose che armarono la mano del bandito Giuliano per fermare il movimento contadino che, in quel periodo, lottava per la riforma agraria e la libertà politica e sociale delle masse più diseredate.

Il sito, divenuto simbolo della prima strage in Sicilia nel secondo dopoguerra, era già stato inserito, a partire dal 2010, nel Registro delle eredità immateriali di Sicilia (Reis) dell’assessorato ai Beni culturali. Ideato e realizzato tra il 1979 e il 1980 da Ettore de Conciliis (Avellino, 1941), con la collaborazione del pittore Rocco Falciano (Potenza, 1933) e dell’architetto Giorgio Stockel (Milano, 1938), l’opera si distingue per l’approccio emotivo al paesaggio e per una progettualità che mira, attraverso l’esaltazione della scarna fisicità del suolo, a rimarcare la solennità sacrale del posto dominato da una quiete in cui si propaga l’eco della violenza che travolse questi spazi.

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