mercoledì, 18 Dicembre 2024

La tassa soggiorno in Italia è la più alta d’Europa

“L’Italia è rapidamente diventato il Paese nel quale un elevato numero di Comuni ha adottato la possibilità di far pagare ai viaggiatori l’imposta di soggiorno, con meccanismi di calcolo spesso complessi, con molte esenzioni rispetto al periodo d’imposta e al tipo di soggetti esenti”. Lo dice Marco Celani, presidente di Aigab – Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi.

Secondo Celani nel corso del 2023 molti Comuni hanno aumentato in modo molto significativo il valore dell’imposta, in particolare Roma, Milano e Firenze, peraltro incrementando il valore dell’imposta a carico degli affitti brevi in modo molto più marcato di quanto abbiano fatto per gli hotel (a Roma l’aumento per gli affitti brevi è stato del 71% contro il 25% degli hotel di fascia equivalente, a Milano del 50% contro il 12,5%, a Firenze dell’83% contro il 33%).

“Questo – spiega – potrebbe portare a una diminuzione del numero e della durata dei pernotti, una perdita di competitività di queste città rispetto ad altre destinazioni europee, una generale perdita di competitività del Sistema Paese che esige una tassa in più dallo straniero, visto come un soggetto da mungere prima ancora di arrivare a destinazione”. La difformità nell’identificazione dei soggetti esenti e della durata delle esenzioni rende difficile ai software di mercato il processo di automazione del calcolo e della raccolta di tali cifre. Per questo, l’Aigab propone di limitare il ricorso dei Comuni all’imposta di soggiorno come strumento di raccolta di nuove tasse, rischiando in questo modo di far perdere competitività all’intero Paese e di armonizzare a livello nazionale la tipologia di esenzioni possibili in modo da rendere codificabile in modo uniforme il calcolo e la raccolta dell’imposta.

Anche per Barbara Casillo, direttrice generale dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, “è assolutamente necessario un riordino della materia. Inoltre, avere l’imposta di soggiorno più elevata in Europa non va bene, dato che ormai lo sviluppo turistico del Belpaese passa attraverso la concorrenza internazionale. Non possiamo aspettare che aumenti il turismo interno, potrà avere piccole variazioni, ma i grandi numeri che il nostro Paese può ottenere e merita arriveranno dal turismo internazionale”.

 

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