Matteo Salvini non molla la presa sul Ponte sullo Stretto, e fa approvare in Consiglio dei ministri un decreto legge Infrastrutture che favorisce la società concessionaria nella realizzazione: ok al progetto anche in varie fasi, più elasticità sugli aumenti dei costi, più dipendenti del Gruppo Ferrovie in distacco alla Stretto di Messina.
Il decreto Infrastrutture autorizza il Mit ad approvare il progetto esecutivo “anche per fasi costruttive”, invece che “entro il 31 luglio 2024”, come era previsto inizialmente nel decreto sul Ponte del marzo 2023. In pratica, alla società Stretto di Messina viene tolto il vincolo di presentare il progetto entro luglio di quest’anno, e le viene permesso di presentarlo “a pezzi”.
Immancabili le polemiche: il segretario regionale del Pd in Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo, denuncia che “il direttore tecnico dei lavori, l’ingegnere Valerio Mele, nel corso di un incontro al comune di Messina ha confermato che il progetto esecutivo non potrà essere redatto prima della fine del prossimo anno, e quindi subirà un ritardo di circa due anni”.
L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, nega che il progetto verrà spezzettato, e conferma che “entro fine anno avrà luogo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), con l’avvio della fase realizzativa con il programma delle opere anticipate (cantierizzazione, bonifica ordigni bellici, sondaggi archeologici, espropri) nonché la redazione del progetto esecutivo. Confermati i tempi di apertura al traffico nel 2032”.
Intato, la XVII sezione del Tribunale ordinario di Roma – Sezione Imprese – ha fissato per venerdì 27 settembre alle ore 11.30 la prima udienza per la trattazione dell’azione inibitoria collettiva presentata lo scorso 13 giugno, su incarico di 104 privati cittadini, contro la Stretto di Messina spa.