“Il Garante dei prezzi sta monitorando i prezzi dei voli su alcune direttrici nazionali e da tale monitoraggio risulta che nel mese di giugno 2024 i prezzi medi dei voli con partenza dalle isole sono invariati o tendenzialmente in alcuni casi più bassi di quelli relativi al 23”. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in un question time alla Camera dove spiega che la competenza è del ministro delle Imprese, Adolfo Urso. “Attendiamo inoltre entro a fine dell’anno i risultati dell’indagine dell’Autorità garante della concorrenza del mercato sulle dinamiche di mercato relative al trasporto aereo-passeggeri per Sicilia e Sardegna”. Per quanto attiene al costo dei biglietti delle linee marittime, su cui invece è competente il Mit, le tariffe di servizio pubblico per i residenti hanno “importi massimi costanti in ogni periodo dell’anno”. Inoltre “il ministero ha in corso una procedura di monitoraggio puntuale dei servizi e delle tariffe applicate ai fini di una valutazione complessiva della situazione delle eventuali azioni, come governo del suo complesso, da intraprendere a tutela dell’utenza”.
Immediata la replica delle associazioni dei consumatori: “il fenomeno del caro-voli interessa i voli per le isole, e i rincari delle tariffe si concentrano nel mese di agosto, quando aumentano le partenze dei cittadini”, ribadisce il Codacons. “Come più volte denunciato negli ultimi giorni dal Codacons i rincari dei voli interessano i collegamenti dall’Italia per gli scali della Sicilia e della Sardegna, e riguardano principalmente i biglietti per le partenze effettuate nel mese di agosto – spiega il presidente Carlo Rienzi – quando si intensificano le partenze degli italiani, così come durante le feste natalizie. Non a caso quest’anno chi ha acquistato un biglietto aereo per volare nei giorni centrali di agosto verso gli aeroporti della Sicilia e della Sardegna ha pagato fino al 20% in più rispetto al 2023”.
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “è vero che i prezzi sono calati rispetto allo scorso anno, ma non solo quelli per la Sicilia e la Sardegna, bensì ovunque. Anzi, quelli nazionali sono diminuiti meno di quelli internazionali. Secondo i dati Istat, infatti, rispetto a giugno 2023 i voli nazionali sono scesi del 5,6%, quelli internazionali del 17%, ossia il triplo. Peccato che rispetto a maggio 2024 siano lo stesso decollati all’inverosimile, i voli nazionali del 25,2%, quelli intercontinentali del 13,3% in più” prosegue Dona. “Insomma, considerato che il decreto legge 10 agosto 2023, n. 104, come convertito dalla Legge 9 ottobre 2023, n. 136, vieta, non solo per le rotte di collegamento con le isole ma ovunque durante i periodi di picco di domanda, l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe basate su attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando esso comporta un pregiudizio al comportamento economico dell’utente, è evidente che se ad oggi c’è solo un’indagine conoscitiva dell’Antitrust, che si concluderà a fine anno, una volta concluse le ferie, l’effetto pratico di quel decreto è ad oggi pari a zero” conclude Dona.