Monta la polemica dopo la frase del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che nei giorni scorsi aveva detto: “i treni siciliani non li vorrebbero nemmeno in Africa”. Il Codacons, per bocca del suo segretario nazionale Francesco Tanasi annuncia che “da gennaio 2010 avvieremo una class action contro Trenitalia, finalizzata a richiedere all’azienda il risarcimento dei danni da ritardo e da disservizio causati agli utenti siciliani". L’associazione dei consumatori ha inoltre reso noto la volontà di rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo "affinché verifichi se le condizioni in cui viaggiano i passeggeri siciliani siano adeguate e rispondano ai principi di dignità e rispetto dell’essere umano". Parole forti anche da parte di Giosuè Malaponti, coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani. “Che il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia, è ormai da anni un fatto concreto. Ma se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio a causa della scarsa attenzione che la politica regionale gli ha dedicato. Non è possibile che si punti l’indice nei confronti dello Stato, di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia quando la politica siciliana in materia di trasporto e di infrastrutture, in questi ultimi trent’anni, non ha prodotto nulla per diminuire il gap infrastrutturale fra nord e sud. La politica – conclude – riconosca il proprio mea culpa, cerchi di recuperare i fondi perduti e si adoperi al completamento urgente delle due dorsali: Ionica (Messina-Catania-Siracusa) e Tirrenica (Messina-Palermo) e successivamente alla progettazione della Catania-Palermo, che non è una priorità, viste le due incompiute”.