mercoledì, 27 Novembre 2024

Palazzo Sclafani, a passeggio nella storia di Palermo

Il sito conserva affresco di Novelli, resti di una domus romana e una porzione delle mura arabe

Sembra di fare un tour nella storia di Palermo passeggiando per Palazzo Sclafani, l'edificio che Matteo Sclafani fece costruire nel 1330 per competere con il contemporaneo Palazzo Chiaramonte fatto innalzare dal cognato. Oggi il sito, che ospita il Comando Militare Sud dell'Esercito Italiano, conserva testimonianze importanti del passato della città.
Nella biblioteca, che conserva 13.700 volumi, di cui il più antico risale al 1600, si trova un affresco di Pietro Novelli. "Le Sante di Palermo", parte dell'opera "Il Paradiso". Gli altri due pezzi dell'affresco, quelli che raffigurano gli angeli e il vescovo, sono stati rimossi nel 1874 e portati a Palazzo Abatellis dove però non sono esposti per "motivi conservativi".
Ma l'opera pittorica più famosa che ha visto la luce proprio a Palazzo Sclafani è senza dubbio "Il Trionfo della Morte". A realizzarla un artista ignoto, probabilmente un paziente che si trovava  all'Ospedale Civico nel XV secolo. Il Palazzo, infatti, nel 1435 fu occupato dagli spagnoli che lo trasformarono appunto in nosocomio e poi nel 1832 divenne gendarmeria. Dopo i bombardamenti delle seconda guerra mondiale, Il Trionfo della Morte fu staccato e portato a Palazzo Abatellis, dove oggi è esposto al pubblico ma nel cortile di Palazzo Sclafani si trova una copia dell'opera.
E proprio nel cortile, recentemente, è stata scoperta una piccola porzione di una domus romana della metà del II secolo a.C.: la parte nord orientale del peristilio e quattro ambienti che conservano decorazioni pittoriche. Oggi sono visibili parte delle colonne, alcune con una curiosa forma ‘a cuore', e gli ambienti affacciati sul portico.
Altra chicca del Palazzo sono le mura della città di Palermo. In corrispondenza della Sala delle Bifore, ma al piano di sotto, proprio di fronte la Chiesa di San Giovanni Decollato sono state ritrovate delle mura che sembrano risalire agli Arabi (1100 d.C.). Il palazzo poggia dunque sulle rovine della vecchia città araba. Il palazzo può essere visitato previa autorizzazione del Comando Militare dell'Esercito.

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