venerdì, 22 Novembre 2024

Albergatori Termali: la situazione continua a peggiorare

Oggi incontro con la Regione per discutere su futuro comparto termale

“In tutta onestà in questi giorni non sono stati tanto i volantini delle OO.SS. alla Notte Rosa a balzare all’occhio, quanto il fatto che in quella circostanza, nella prima settimana di settembre, gli hotel continuassero a registrare un buon numero di stanze vuote e percentuali di fatturato largamente inferiori alla media, trattandosi della nostra ‘alta stagione’, eufemismo da listino alberghiero ormai non più rapportabile con la nostra realtà. Uno scenario triste già vissuto in primavera e a Ferragosto” sono le parole del consiglio direttivo dell’Associazione Albergatori Termali Abano Montegrotto, in vista del tavolo regionale sulla questione riguardante il lavoro nel comparto termale.
“La situazione in termini di mercato continua a peggiorare nonostante gli investimenti delle imprese ed è solo il sindacato a non capire la gravità delle circostanze. Siamo in un momento in cui dobbiamo cercare di salvare il salvabile, assicurando un posto di lavoro ai dipendenti, indipendentemente dal contratto applicato. Questo, come Associazione Albergatori, stiamo cercando di farlo mantenendo il più possibile intatti i livelli salariali ed occupazionali, ma diminuendo il costo del lavoro, le rigidità organizzative del passato e i casi di scarsa produttività. Non è la precarizzazione che stiamo proponendo, bensì contratti previsti dalle leggi vigenti che consentano alle aziende di essere più competitive e ai dipendenti di percepire l’indennità di disoccupazione. Apprezziamo il fatto che Ascom ed altre associazioni di categoria abbiano preferito non allinearsi alla richiesta del sindacato, soprattutto se fatta nell’ambito di una manifestazione ludica come la Notte Rosa. Alla Regione chiederemo di prendere in considerazione le estensioni della cassa in deroga per il 2012 per gli albergatori che ne abbiano bisogno. Per il 2013, invece, necessitiamo di 60 giorni di cassa integrazione, affinché il salto dai potenziali 120 giorni del 2012 non sia troppo traumatico per le aziende. In terzo luogo siamo disposti a ragionare su uno strumento di sostituzione al reddito utile ad imprese e lavoratori, ma è necessario che tale strumento non faccia riferimento solamente ad un semplice accordo tra le parti sociali, ma che sia accompagnato legislativamente e supportato economicamente dagli enti pubblici e competenti in materia”.

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