Esperienza da dimenticare per i 270 ospiti dell’Hotel Alexander di Abano Terme, dove un incendio, poco dopo mezzanotte del 13 ottobre, li ha svegliati di soprassalto. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine che ha permesso a tutti di salvarsi con un bilancio di 44 feriti, molti per intossicazione da fumo e 4 per traumi e fratture.
Le fiamme sono partite dal vano di un quadro di distribuzione al secondo piano dell’hotel. Si ipotizza una causa di tipo elettrico, quindi, mentre viene esclusa ogni ipotesi di dolo. Le fiamme, pur circoscritte, hanno prodotto un fumo denso che in pochi istanti si è fatto strada da un piano all’altro, invadendo le stanze. Il caso ha voluto che l’hotel, un 4 stelle di 192 stanze, con una delle sale congressi più capienti della provincia, si trovi di fronte all’ospedale di Abano: così molte persone, assistite dai medici e dagli infermieri del nosocomio, hanno raggiunto anche a piedi il pronto soccorso, rendendo più veloce l’assistenza.
Le operazioni di soccorso sono andate avanti fino alle 7.30 del mattino. Al termine, il sistema sanitario regionale ha fatto un conteggio di 44 feriti; 27 accolti al pronto soccorso di Abano, 9 all’ospedale di Padova, più un bimbo assistito in pediatria, per intossicazione, tre al nosocomio di Schiavonia. I traumi più seri, curati a Padova, sono stati quelli di un paziente con fratture vertebrali amieliche (non chirurgiche), ed un altro con fratture alla caviglia.
Dopo che i vigili del fuoco sono rientrati nell’albergo – dichiarato inagibile – per recuperare i bagagli degli evacuati, i turisti rimasti incolumi sono stati redistribuiti in alcuni hotel nelle vicinanze dell’Alexander. Un centinaio, residenti in città del Veneto e della Lombardia, sono rientrati a casa. Tra gli ospiti salvati anche un gruppo di monaci induisti, della Self-Realization Fellowship di Los Angeles, che nell’hotel avevano tenuto lezioni di meditazione yoga.
(photo credits @Ansa)