(di Toti Piscopo) Il bicchiere semivuoto si va riempendo, goccia dopo goccia. E’ quanto sta avvenendo nel piccolo mondo del turismo siciliano in cui i protagonisti, allo stremo delle loro forze, continuano a vagare nel deserto alla ricerca dell’oasi promessa che tutti indicano come a portata di mano e che, miraggio dopo miraggio, si va allontanando. Ma all’orizzonte sembra intravedersi una piccola pattuglia di cammellieri che, uno dopo l’altro, spuntano da dietro la duna più alta e procedono con passo lento ma sicuro.
Una scena fantastica ma non dissimile dalla realtà che stanno vivendo tutte le imprese ed i professionisti del mondo dei viaggi e delle vacanze e più in generale del turismo. La notizia è di questa settimana e protagonisti sono i villaggi vacanze che, in attesa di protocolli di sicurezza con il bollino dell’ufficialità, si sono affidati a protocolli autonomi, ispirati alle raccomandazioni dell’OMS e responsabilmente migliorati per garantire personale e clienti, con tanto senso di responsabilità ma anche di capacità e professionalità, di accogliere ed ospitare nel pieno rispetto della salute di tutti.
L’ultima buona notizia l’ha anticipata a Travelnostop proprio Marcello Mangia di Aeroviaggi, comunicando l’apertura di ben tre strutture in Sicilia, mentre ieri avevamo dato notizia dell’apertura del CDS Hotel Città del Mare di Terrasini oltre che del messaggio di fiducia di Andrea Stancato, direttore dell’Hotel Mercure, mentre anche Club Med ha reso noto l’intenzione di aprire il resort di Cefalù dal 5 luglio.
Per tutti un denominatore comune: la volontà di commercializzare il proprio prodotto attraverso le agenzie di viaggio il che costituisce un’importante boccata di ossigeno per la categoria anche se certamente non risolutiva ma comunque significativa per drenare il clima diffuso di paura e ansia e ideale per favorire la ripresa del mercato.
E’ la politica dei piccoli passi e del fare e che deve essere prioritario rispetto al dire. Così dal mondo imprenditoriale privato arrivano risposte certe, concrete, determinate e messaggi positivi al mondo della politica e della burocrazia che non riesce a scrollarsi le impurità, nonostante le tante professioni di fede. Fare l’imprenditore non è solo una scelta economica, ma anche una scelta di vita sociale, sempre che venga privilegiata quella cultura d’impresa che anima i pionieri e non gli avventurieri.
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