Pompei, restyling passa anche da ospitalità e accoglienza degli hotel

Pompei punta a diventare una cittadina in grado di accogliere e ospitare i più grandi flussi turistici. “Una parte dei fondi europei per il Progetto Pompei – ricorda Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del turismo – è riservata per l’area circostante gli scavi. Lavoreremo su tutto il territorio per combattere il turismo ‘mordi e fuggi’, come quello che scende dalle navi, sta qualche ora e scappa via senza lasciare nulla”.   
“C’è un piano di collaborazione con tutto il territorio”, assicura Pasquale Sommese, assessore al turismo della Regione.
Franceschini pensa a trasformare in ‘treni turistici’ le locali linee che collegano siti come Pompei e Paestum, sottolineando che “se anche a Pompei ci saranno per forza sempre cantieri aperti, è una sciocchezza dire che tutela e valorizzazione sono in contrasto”.    
Il problema principale, però a oggi è proprio la ricettività della cittadina campana. “Pompei – commenta Pietro Amitrano, assessore al bilancio – è una città di cultura che vuole riscattarsi agli occhi del mondo. Il problema è che ci sono pochissimi hotel che si possono definire tali e quasi tutti solo a 2-3 stelle. I posti letto in verità ci sono, ma non sono all’altezza. Oppure abbiamo tantissime strutture chiuse, quasi tutte del tardo Ottocento, anche in zone ‘sensibili’ come Piazza Esedra, che va completamente riqualificata. L’amministrazione – dice – sta lavorando con incentivi o sgravi fiscali al settore. C’è poi il ‘caso’ dell’Albergo del Rosario, di proprietà della Chiesa. Ha 3-400 stanze, ma è chiuso da tantissimo tempo. Stiamo lavorando anche su questo”.

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