Lotta contro il tempo per gli scavi di Pompei. Da un lato c’è la scadenza del 31 dicembre, imposta dall'Unesco, per restare tra i siti ‘patrimonio dell'umanità’, dall'altra le opere da effettuare entro il 2015 per non perdere i fondi Ue.
Intanto, però, arrivano le rassicurazioni di Massimo Bray, ministro dei beni culturali e del turismo. “Pompei – spiega- è un simbolo per il nostro Paese, il richiamo dell'Unesco è un allarme che prendo in seria considerazione e stiamo già lavorando per superare gli urgenti problemi del sito”. Bray ricorda la tabella di marcia degli interventi. "Due dei primi 5 cantieri sono avviati, il terzo partirà in questi giorni e gli altri 2 sono fermi per un supplemento di controlli sulla trasparenza. Entro il 2015 dovremo aprirne 39. Insieme al governo sono impegnato su Pompei e per un piano complessivo di rilancio dei Beni culturali”.
“L'Unesco potrebbe riconsiderare le sue perplessità sulla città antica alla luce delle attività svolte per la conservazione del sito e perché nei prossimi giorni partono le procedure per l'assegnazione dei lavori del Grande Progetto Pompei finanziato dall'Ue – sottolinea Teresa Elena Cinquantaquattro, Soprintendente dei Beni Archeologici di Napoli e Pompei – Nei prossimi giorni si provvederà alla procedura dei bandi per i lavori di messa in sicurezza delle regioni VI, VII e VIII. Dopo l'estate saranno aperti i cantieri".
Sulle gare al massimo ribasso contestate dai sindacati, però, sottolinea: “Noi lavoriamo sempre ai sensi delle norme vigenti. La nostra scadenza più importante è relativa alla spesa dei fondi europei entro il 2015". La richiesta di aumentare il personale, soprattutto custodi, è ribadita anche delle guide turistiche degli Scavi di Pompei. "Siamo costretti a tenere chiuse le Domus per la gravissima carenza di custodi – racconta una guida – Non si può controllare un flusso di 15mila turisti che in un giorno tocca e calpesta affreschi e pavimenti di mosaici preziosi, senza che nessuno li possa fermare".