Burocrazia e frequenti cambi di vertice, ecco perchè Pompei è in crisi

L’argomento al centro degli Stati Generali dell’Archeologia a Paestum durante la Bmta

Il caso Pompei è stato al centro degli Stati Generali dell'Archeologia dedicati a 'La professione dell'archeologo. Chi fa archeologia oggi in Italia' che si sono svolti nell'ambito della Borsa Mediterranea del turismo Archeologico di Paestum.
"Il clamore dei recenti crolli a Pompei, escluso il caso della Schola Armaturarum Iuventutis Pompeianae, sono frutto di un avvitamento mediatico sulla faccenda. Ma il fatto vero – ha rilevato il direttore generale per le Antichità del ministero dei Beni culturali, Luigi Malnati – è che il sito è l'esempio lampante dei due gravi problemi che affliggono la gestione dei siti archeologici in Italia: i troppi e frequenti cambi al vertice della gestione e la pesante e farraginosa burocrazia imposta per l'impiego dei fondi a disposizione".
Ma, durante gli Stati generali, si è discusso anche della situazione dell'archeologia di tutela; del ruolo dell'Università nel rapporto tra ricerca e formazione; del mancato riconoscimento giuridico della professione di archeologo; delle condizioni del mercato; e dell'incidenza del fattore archeologico nella pianificazione territoriale. Tutti temi che saranno al centro di un documento programmatico congiunto che sarà redatto da un gruppo di lavoro rappresentativo delle parti che hanno partecipato alla discussione e che, oltre a fotografare il quadro emerso, proporrà al Mibac le più urgenti tematiche di intervento.  

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