Le ‘rosse’ della Motor Valley protagoniste sulla stampa tedesca

La Motor Valley dell’Emilia-Romagna sotto gli occhi di oltre un milione di appassionati tedeschi di due e quattro ruote. Sono i lettori complessivi di ‘Ride’ e ‘Oldtimer Markt’, rispettivamente il trimestrale della rinomata casa editrice Motor-Presse di Stoccarda (tiratura di 331.560 copie) e la rivista di auto d’epoca più letta d’Europa (oltre 770mila lettori), che hanno dedicato, il primo un reportage alla Ducati e all’Appennino Bolognese, e la seconda un approfondito ricordo all’ingegnere Mauro Forghieri, recentemente scomparso. Entrambe le uscite sono frutto dell’azione di Pr e Marketing esteri di Apt Servizi Emilia-Romagna.
“La nostra Terra dei Motori – commenta l’assessore Regionale al Turismo Andrea Corsini- non è fatta solo di sofisticati bolidi a due e quattro ruote. E’, soprattutto, frutto della passione e della determinazione di geni come Mauro Forghieri e i fratelli Ducati. Attorno alla Via Emilia ci sono strade meravigliose da percorrere per andare alla scoperta di borghi e castelli, ed una natura unica. E tutto a portata di moto e auto per i turisti tedeschi, che oltre alla Riviera Romagnola, loro storica meta di vacanza, dimostrano di essere sempre più interessati al nostro entroterra e a tutte le sue eccellenze”.
Sul numero di dicembre del magazine ‘Ride’ il giornalista Klaus Daams racconta in un reportage di 10 pagine dal titolo ‘Durch raum und zeit’ un viaggio in moto attraverso l’Appennino tosco-emiliano dell’Emilia Romagna, “che offre tutto ciò che amiamo dell’Italia”. Il viaggio del giornalista, arrivato dalla Germania in sella ad una Ducati Multistrada 950 V2 in compagnia di una collega e fotografa, è stato organizzato da Apt Servizi Emilia-Romagna, in collaborazione con Bologna Welcome, in ottobre 2022. Al suo arrivo, Daams parte alla scoperta delle colline bolognesi e dei loro sapori tipici, toccando Monteveglio (e la sua bella Abbazia) e poi, lungo la provinciale SP 27, Savigno, Marzabotto (di cui cita il “Museo Nazionale Etrusco Pompeo Aria”) e Vedegheto (che con le sue “colline verdi da libro illustrato” offre alla fotografa il panorama con moto per il più classico degli scatti fotografici). Ma la prima giornata in Emilia non poteva iniziare se non dalla visita del Museo Ducati a Borgo Panigale.
“Ed eccoli lì i gioielli, ben allineati in semicerchio, per lo più rossi o argentati -scrive Daams su Ride- dal Cucciolo Racing del 1949, un ciclomotore con motore da 48 cc sintonizzato che ha stabilito diversi record mondiali di velocità a Monza, alla leggendaria 750 Imola Desmo, vincitrice della 200 miglia di Imola nel 1972 sotto la guida di Paul Smart, alla Desmosedici GP del 2016, stabile anche a velocità superiori ai 350 km/h grazie alle avveniristiche winglet. È solo questione di tempo prima che lo “strumento di lavoro” di Francesco “Pecco” Bagnaia venga inserito nella fila, la moto con cui la Ducati avrebbe vinto ancora una volta il campionato del mondo piloti MotoGP 2022 dopo un lungo periodo di magra, tre settimane dopo la nostra visita al museo a metà ottobre”.
Il secondo giorno del tour inizia sempre in Ducati, con la visita alla Fabbrica, e prosegue imboccando con la Multistrada la SP 26 per Montepastore “per rimettersi in viaggio su quella giostra fatta di curve fra panorami montani perfetti per un articolo a doppia pagina”. La coppia di reporter tocca poi Cereglio e Vergato, Castel d’Aiano e Marano, per poi giungere al castello di Rocchetta Mattei “un mix tra Neuschwanstein e Alhambra”, che i due visitano prima di partire alla volta di Porretta Terme dove pernotteranno.
Il terzo e ultimo giorno scorre via veloce sulla SP 40 tra Lizzo e Badi, per arrivare al Lago di Suviana, e proseguire per Castiglione dei Pepoli. Una piccola deviazione, per godersi in sella alla Multistrada i passi di Futa e Raticosa, e poi ecco Dozza con i suoi muri dipinti ad accogliere i due fotoreporter per la tappa finale del tour. Klaus Daams conclude il reportage con una citazione: “Adatta non solo all’ultima tappa del nostro viaggio, all’autodromo di Imola a pochi chilometri da Dozza c’è la scritta “Tempus Fugit”, il tempo fugge, il tempo corre”.
In un’intervista pubblicata nel numero di gennaio di Oldtimer Markt, condotta nel 2021 dal giornalista tedesco Klaus Nennewitz (in visita a Modena in occasione di un Educational Tour organizzato da Apt Servizi EmiIia-Romagna durante il Motor Valley Fest), emerge lo stretto legame tra Forghieri ed Enzo Ferrari e la comune passione per la Formula 1. Maurizio Forghieri inizia la sua carriera in Ferrari molto giovane e ad appena 27 anni diventa ingegnere capo per volere del Drake. “Prima di Forghieri -riporta Nennewitz- in breve tempo otto dirigenti avevano lasciato l’azienda a causa di diatribe con “il Mago di Maranello” o con il Drake”. Ma il Commendatore lo rassicura dicendogli “Tu fai il tuo lavoro, io mi occupo del resto”. “E ha mantenuto la parola”, dice Forghieri nell’intervista, visto che hanno lavorato insieme per trent’anni con passione, realizzando progetti incredibili. Vincono il primo mondiale con John Surtees nel 1964, “un pilota con grandi conoscenze tecniche e un uomo molto onesto” prosegue Forghieri. Credevano in quello che facevano e per il Drake non esistevano sabati, domenica o giorni di festa. Racconta Forghieri di un’occasione nella quale era andato a Portofino per fare qualche giorno di vacanza senza dirlo al “Commendatore”, il quale lo mandò a cercare dalla Polizia.
“Ma -prosegue l’articolo- l’intuizione e il genio di Enzo Ferrari lo hanno fatto rimanere a lavorare in Scuderia, e il legame tra loro era così stretto che pur avendo “tentato” di licenziarsi per ben tre volte, ogni volta Forghieri è stato convinto a rientrare dall’Ingegnere”. Dopo la morte di Enzo Ferrari gli è stato proposto dall’allora capo della Fiat, Vittorio Ghidella, di organizzare l’azienda, ma per Forghieri non era pensabile restare. La Ferrari veniva considerata un’azienda tradizionalista e meno creativa dei colleghi inglesi ma, spiega Forghieri “è stata la prima a utilizzare gli spoiler nella Formula 1 e le “alette” elettriche”.
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