Secondo Carlo Scrivano, direttore provinciale dell’Upa, l’Unione albergatori, il futuro del turismo nella Riviera Ligure passa dallo ‘sharing territoriale’. Stop, dunque, alla mera vendita delle camere, quello che bisogna vendere sono le esperienze legate al territorio.
“La vicinanza alle grandi città del Nord e il mare hanno spinto gli operatori a puntare tutto sul turismo balneare, prettamente estivo. Oggi le cose sono cambiate, la crisi, la concorrenza, il cambio di gusti nella clientela stanno spingendo gli operatori a studiare e puntare su nuovi modelli – commenta Scrivano – Credo che gli sport all’aria aperta possano essere volano per un turismo giovane e salutista legato al benessere”.
Per il presidente dell’Upa bisogna puntare su sapori e prodotti. “Pesto, olio, i prodotti dell’agroalimentare in genere sono conosciuti e apprezzati in tutta Europa. Dobbiamo essere bravi a promuovere meglio il turismo emozionale puntando sulle nostre eccellenze come, il vino che nel giro di qualche anno è diventato di altissimo livello”, aggiunge.
L’obiettivo finale è destagionalizzare l’offerta e affrancarsi dall’intermediazione. Sino ad oggi, il turismo si è limitato a ‘vendere camere’ appoggiandosi a TO, adv e siti come booking, trivago, ma con le vacanze emozionali i clienti dovrebbero scegliere la Riviera non in base all’offerta economica ma per il “pacchetto di sensazioni ed esperienze che il nostro territorio può offrire”, conclude Scrivano.