Acque calde, clima monsonico: un ambiente simile a quello dei Carabi, con specie animali rarissime. Non è la sceneggiatura di un film di Spielberg, ma qualcosa di analogo al territorio di circa 250 milioni di anni fa. Una ricostruzione resa possibile dall’eccezionale stato di conservazione dei reperti fossili presenti in un’area a cavallo tra Italia e Svizzera, che interessa cinque comuni della Provincia di Varese e nove del Mendrisiotto. Un punto di riferimento importantissimo per chi si occupa di paleontologia, tanto che la parte svizzera del Monte San Giorgio è dal 2003 Patrimonio dell’Unesco. Fatto da spingere l’amministrazione di Porto Ceresio, di concerto con quella di Viggiù, ente capofila, e con i Comuni di Besano, Clivio e Saltrio a mettersi in lizza per entrare a far parte della prestigiosa lista. Le motivazioni della candidatura sono state presentate a Porto Ceresio nell’ambito di un’affollata conferenza stampa alla quale hanno preso parte, oltre che i Sindaci e diversi rappresentanti istituzionali dei Comuni coinvolti, i senatori Maria Agostina Pellegatta e Carlo Fontana, rispettivamente vicepresidente e membro della VII Commissione del Senato per i Beni culturali, e Roberto Aragno, prefetto della Provincia di Varese.