Grande successo per la lirica a Pesaro con il Rossini Opera Festival che chiude la sua 37^ edizione con 1,1 milioni di incassi, 17.250 spettatori, per il 71% stranieri.
“Un successo senza ombre su tutti i piani: di critica, pubblico e risultati economici”, commenta il sovrintendente Gianfranco Mariotti.
Tre opere quest’anno (compreso il Turco in Italia) per un totale di 12 serate, il Viaggio A Reims in forma di cantata scenica, 7 concerti più il grande concerto di chiusura, il 19 agosto, con Florez neo cittadino onorario di Pesaro, sono costati in tutto 5 milioni di euro, somma in gran parte coperta dagli sponsor.
“I nostri bilanci sono in ordine – sottolinea il sovrintendente – e proprio per questo il Mibact ci rispetta, non fa mancare il suo contributo. Le difficoltà nascono dal settore privato, che risente fortemente della crisi. Nel 2001 avevamo un bilancio di 7 mln: in 15 anni c’è stata una contrazione di risorse innegabile’ ma sul piano della qualità, gli allestimenti del Rof non sono mai scesi a compromessi”.
Il brand Rof è una certezza per gli appassionati, che prenotano i biglietti con un anno di anticipo dal Giappone, dagli Stati Uniti, dal Canada. 42 i Paesi rappresentati nel 2016, con nuovi arrivi da Colombia, Messico, Perù, Costa Rica e Turchia.
“Dagli anni Novanta il pubblico, nazionale e internazionale, cresce costantemente – spiega Mariotti – gli stranieri sono ormai i due terzi. Si fermano almeno una settimana, non soltanto per i tre giorni delle prime, portano i bambini, le tate, sono una certezza che incide anche sull’indotto turistico. È un pubblico ‘laico’, sa che al Festival ‘troverà qualcosa di nuovo, discute, se c’è da dissentire dissente, ma torna”.
La 38^ stagione è già in cantiere (Le Siege De Corinthe diretto da Roberto Abbado, La Pietra del Paragone, la ripresa di Torvaldo e Dorliska per la regia di Mario Martone) e intanto Pesaro si prepara al 150mo di Rossini, nel 2018.