45 anni da custodi del più importante patrimonio privato italiano. È questo l’impegno celebrato oggi presso Palazzo Doria Pamphilj dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, che rappresenta circa 4.500 proprietari di immobili di rilevante interesse storico-artistico. Si tratta del 45° anniversario del museo diffuso più importante della Penisola, un riconoscimento attestato anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’evento hanno partecipato gli attori principali del mondo della cultura, dell’economia e del turismo, a partire dal ministro della Cultura Dario Franceschini, dal presidente dell’Associazione Civita Gianni Letta, dal presidente di ADSI Giacomo di Thiene, dal presidente di Confindustria Cultura Antonio Alunni, dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, dalla vicedirettrice generale di Confagricoltura Annamaria Barrile, dal vicepresidente di Confartigianato Restauro Paolo Gasparoli, dalla presidente di Federmep Serena Ranieri e dal presidente di ENIT Giorgio Palmucci.
Le dimore storiche private rappresentano oltre il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico italiano soggetto a vincolo, per un totale di oltre 37.000 unità: circa il 2 per mille dell’intero patrimonio nazionale immobiliare. Si tratta di beni che insistono prevalentemente nei comuni più periferici, rendendo vivi e vitali persino i borghi più piccoli nei quali si collocano, creando ovunque un indotto economico indissolubilmente legato al territorio a cui tali beni afferiscono. Lo testimonia anche il Rapporto sul Patrimonio Culturale Privato curato dalla Fondazione Bruno Visentini: il 54% di tali beni si trova in comuni sotto i 20.000 abitanti e, di questi, il 28% è ubicato in quelli sotto le 5.000 unità. Una dimostrazione della centralità di tali immobili quali elementi fondamentali per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese, in particolar modo delle sue aree interne. Sono infine destinazioni attrattive anche per un turismo sostenibile e di qualità: nel 2019 hanno ospitato 45 milioni di visitatori, contro i 49 milioni del sistema dei musei pubblici. Proprio alle numerose professioni che lavorano nel mondo dei beni culturali è dedicato uno dei focus della prossima Giornata Nazionale ADSI, che si terrà domenica 22 maggio.
“Da 45 anni custodiamo il più importante museo diffuso d’Italia e siamo orgogliosi di mostrarlo, una volta di più, in occasione della prossima Giornata Nazionale dell’Associazione, giunta ormai alla XII edizione: ci auguriamo, come sempre, di poter accogliere un alto numero di italiani e stranieri che hanno voglia di conoscere questi luoghi ricchi di tradizione, che vorremmo diventassero reale perno per la rinascita del nostro Paese e delle sue aree interne – ha detto Giacomo di Thiene, presidente di ADSI – Si tratta di beni che costituiscono patrimonio della Nazione tanto quanto i beni culturali pubblici e che generano lo stesso numero di visitatori: la sola manutenzione di questi immobili occupa l’1,2% della popolazione italiana, attraverso lavori di qualità e non delocalizzabili. È bene ricordare che la diffusione del patrimonio privato nei piccoli comuni è garanzia di sviluppo per questi ultimi, riuscendo a generare un indotto di oltre 500 milioni nel 2019. Non bisogna disperdere queste professionalità e i relativi valori che hanno reso l’Italia un luogo unico al mondo: servono pertanto provvedimenti urgenti, duraturi e lungimiranti per dare a imprese e proprietari quelle certezze necessarie per investire, anche in un periodo così incerto come quello attuale”.
“Il lavoro e l’impegno che l’ADSI ha portato avanti negli ultimi 45 anni è prezioso e va sostenuto. Nel corso del mio mandato ho insistito sulla necessità di guardare in maniera globale al tema della gestione del patrimonio culturale, superando ogni distinzione tra pubblico e privato e sostenendo gli sforzi compiuti da chi, come nel caso dei proprietari delle dimore storiche, sta contribuendo alla tutela di una parte fondamentale del patrimonio culturale italiano”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.