La chiusura di alcune tipologie di attività, nuove limitazioni all’esercizio di altre e indicazioni di comportamento, per i residenti e i cittadini in ingresso nel nostro Paese, contenute nel DPCM 24 ottobre, riducono fortemente – tanto in termini concreti quanto per l’effetto psicologico che inducono – la propensione ai consumi dando un ulteriore grave colpo al turismo.
Un ulteriore mazzata peril turismo italiano, come sottolinea una nota congiunta di Assoturismo, Confturismo e Federturismo, in cui si evidenzia come “il settore non è in crisi solo per via delle chiusure o perché sono fortemente limitati gli ambiti di operatività delle sue attività, è in crisi perché, oramai da 8 mesi, non ci sono ‘turisti’ – se non per un periodo estremamente ridotto della scorza estate e in alcune specifiche destinazioni – né presumibilmente ve ne saranno per tutta la stagione invernale, fino a Pasqua inclusa. Se dunque il lockdown è ufficialmente durato poco più di 2 mesi, per questo settore dura, in effetti, già da 8 e non se ne prevede la fine prima di 12”.
Pertanto, prevedere forme di ristoro da mettere in campo per le attività interessate dalle limitazioni appena introdotte è certamente necessario ma risponde a uno degli aspetti della crisi in corso. Occorre pensare alla filiera del turismo nel suo complesso, con nuove importanti misure.
Anche basandosi sui primi segnali che emergono dalla quantità e valore delle domande presentate da alcune categorie del settore – quelle che ne avevano diritto – per ricevere i contributi a fondo perduto parametrati sulla riduzione di volumi d’affari e corrispettivi, non è azzardato confermare la previsione già operata nei mesi scorsi che, su 190 miliardi di euro (somma che corrisponde al valore della produzione annua delle attività del settore e di quelle più immediatamente e direttamente collegate) alla fine dell’anno ne mancheranno 100.
Preoccupate per questo scenario, Assoturismo Confesercenti, Confturismo Confcommercio e Federturismo Confindustria chiedono che tanto le preannunciate nuove misure di supporto alle attività economiche che Governo e Parlamento si preparano a varare nei prossimi giorni, quanto la proroga ed estensione di quelle già messe in campo, che dovrebbero far parte dei contenuti della Legge di Bilancio 2021, siano basate sulla effettiva perdita di volume d’affari e corrispettivi che ciascuna attività sta subendo, non con quantificazioni fisse, ad esempio per codice ATECO. Chiedono, inoltre, che al turismo venga dedicata una linea di interventi ampia e articolata, che risponda non solo alla rilevanza del settore sull’economia ma anche alla sua capacità di generare indotto in altri settori, e quindi di particolare attitudine alla resilienza.