"Alla fine del 2009 registreremo che in un anno avranno chiuso i battenti 20 mila imprese tra bar e ristoranti, parte delle quali saranno sostituite. Se questo trend continuerà, in cinque anni usciranno dal mercato 100 mila imprese, lasciando sulla strada intere famiglie". L’allarme è stato lanciato dal presidente della Fipe Enrico Stoppani, nel corso della 64/a assemblea della federazione. Tra le maggiori criticità del settore, la Fipe mette in evidenza "il recepimento della direttiva Bolkestein sui servizi, che di fatto rischia di sconvolgere gli assetti del settore e compromettere la qualità dell’offerta gastronomica; la riduzione dell’iva per la ristorazione e il turismo; i ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione; una revisione degli studi di settore; il problema mai risolto dei buoni pasto, strangolato tra commissioni e sconti ai datori di lavoro; l’attività di contrasto all’abuso di alcol; i canoni e le concessioni demaniali". In particolare, il presidente Stoppani punta il dito contro la dequalificazione del settore: "La strada per arginare l’abbassamento del livello qualitativo è quella di ricominciare a richiedere adeguate competenze, certificate a chi apre un’attività all’interno della filiera alimentare”.