C'è il turismo al centro del protocollo siglato dal Cts, Centro turistico studentesco e giovanile, e la Fish, Federazione Italiana per il superamento dell'handicap. Un protocollo che, peraltro, segna anche l'avvio di una serie di attività e progetti, orientati non solo al turismo sociale inclusivo e all'accessibilità di luoghi, itinerari ed eventi, ma anche a varie altre iniziative legate alla sensibilizzazione, alla promozione e alla comunicazione degli stessi.
In particolare, nel documento sono contenute attività di informazione e formazione dedicate agli operatori del comparto turistico e della cittadinanza nonché alla ricerca in questo settore, determinante, quest'ultima, per capire come il fenomeno del turismo sociale sia mutato nel corso degli anni e per fare il punto della situazione in Italia.
"Quello che ci proponiamo di realizzare con questo protocollo – spiega Stefano Di Marco, vicepresidente nazionale del Cts – è realizzare congiuntamente una serie di iniziative tese a sviluppare un turismo accessibile per dare a tutti la possibilità e il diritto di godere del proprio tempo libero. Abbiamo per questo già in mente una serie di attività d'informazione tese a sensibilizzare gli operatori del turismo per fare in modo che progettino e realizzino prodotti e servizi turistici alla portata di tutti".
Per Pietro Barbieri, presidente nazionale di Fish, "la possibilità di esercitare appieno le pari opportunità per le persone con disabilità passa attraverso il cosiddetto mainstreaming, ovvero la volontà che tutte le componenti e gli attori coinvolti nella vita pubblica e in quella del privato sociale vengano messi in condizione di non discriminare le persone con disabilità, ma anzi di promuoverne l'inclusione".