Il mondo del turismo esprime apprezzamento per l’ipotesi, circolata nelle ultime ore, della creazione di un ministero ad hoc dedicato al Turismo. “Tale previsione – dichiara Nardo Filippetti, presidente di Astoi Confindustria Viaggi – sarebbe contenuta nel programma del nascente Governo e, se così fosse, verrebbe finalmente riconosciuta pari dignità e autonomia ad un settore realmente strategico per il nostro Paese. L’aver incardinato in passato il turismo nel ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha, di fatto, depotenziato lo sviluppo di un settore che ha, invece, bisogno di un’interlocuzione specifica. In questi anni la nostra Associazione, che rappresenta oltre il 90% del mercato dei tour operator italiani, quindi aziende che svolgono attività sia outgoing che incoming, ha percepito una evidente disattenzione verso il comparto. Siamo ora in attesa dell’ufficialità della notizia – conclude Filippetti – augurandoci che gli impegni assunti vengano mantenuti”.
Gli fa eco Giorgio Palmucci, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi: “La presenza del turismo tra le priorità del costituendo Governo, con l’ipotesi di un Ministero ad hoc, è un segnale importante. Si riconosce, di fatto, il ruolo strategico del comparto e le sue potenzialità. La nascita di un ministero dedicato, la scelta di un Ministro competente, possono contribuire enormemente a questo scopo supportando gli operatori ed il Paese nel contesto di competitività internazionale in cui il turismo italiano si muove”.
Infine, in un intervento pubblicato sul quotidiano Il Mattino, l’ex presidente di Federturismo Confindustria Costanzo Jannotti Pecci chiede alla nuova maggioranza di Governo di prevedere la figura del Ministro per le Politiche turistiche, attualmente mancante, mantenendola sganciata ed autonoma dai Beni Culturali.
Jannotti Pecci motiva la sua proposta, condivisa dalle principali associazioni di categoria e da gran parte degli esperti di settore, con la forte critica all’operato del Ministro Franceschini ed evidenzia che il Mibact n cinque anni non è riuscito a dare al turismo il ruolo strategico che gli compete, impedendone così la crescita sostenibile e significativi incrementi occupazionali.
“Il grave errore di Franceschini – sostiene Jannotti Pecci – è stato quello di avere una visione ancillare del turismo, pronto a soggiacere alle politiche culturali, con un ruolo non da protagonista ma solo da ruota di scorta. Un approccio amplificato da una burocrazia ministeriale incapace di affrontare con il giusto dinamismo un settore in espansione, che ha connotati interdisciplinari e richiede doti non facilmente rintracciabili nei corridoi del Mibact”.
Secondo l’ex Presidente di Federturismo, andrebbe in conclusione salvato “solo l’intelligente lavoro svolto dal dirigente esterno responsabile del settore ministeriale, con un’originale ed attento metodo di programmazione partecipata, che ha visto il coinvolgimento di Regioni ed Enti locali, categorie economiche, enti pubblici, amministrazioni centrali dello Stato e associazioni pubbliche”.