“Finora l’Italia non aveva mai presentato una candidatura di spessore nazionale per l’iscrizione nella lista dei beni immateriali Unesco. La cultura del tartufo lo è, come dimostra la nostra associazione che raccoglie 50 soci di tredici regioni”. Ad affermarlo Michele Boscagli, presidente dell’Associazione nazionale città del Tartufo-Anct, commentando il valore di questa candidatura a cui si lavora da quattro anni e per cui si è perfezionato un dossier al vaglio del Mibact.
Sarà il ministero a designare, con annuncio dopo il 31 marzo 2017, la candidata italiana per il traguardo Unesco che il Belpaese ha già ottenuto con lo zibibbo di Pantelleria.
La richiesta di candidatura per la cultura del tartufo è ora al vaglio del ministero assieme all’altra aspirante alla candidatura, il merletto italiano.
“Altro aspetto chiave della nostra candidatura – aggiunge Boscagli – è che non si guarda più al tartufo solo come bene culinario o bene economico ma nel suo valore culturale, legato quindi a conoscenze, saperi e tradizioni alla base del rapporto uomo, cane e ambiente che si tramandano di padre in figlio, da generazioni, attraverso una tradizione orale”.
Un patrimonio che è stato rappresentato dal film ‘Memorie di tartufo. Una storia nascosta’ di Remo Schellino, documento sui saperi materiali e immateriali legati al tartufo, realizzato attraverso interviste a tartufai e chef, presentato in una serata per la promozione della candidatura organizzata dall’Associazione a palazzo Benucci a Roma.