Il Pil italiano nel II trimestre 2016 è aumentato dello 0,27% rispetto al I trimestre (su base tendenziale annua, la crescita si attesta allo 0,95%, nel caso in cui il tasso di crescita rimanesse inalterato anche nei successivi due trimestri).
A rivealrlo UVET Travel Index che, nell’ambito della Business Travel Survey realizzata da Uvet GBT, da oltre 4 anni fornisce indicazioni sul ciclo economico in anticipo dai 3 ai 6 mesi rispetto alla pubblicazione dei dati ufficiali.
L’indagine è stata compiuta sui dati relativi a un campione di 700 aziende clienti di UVET Global Business Travel con spese di viaggio comprese tra 20 mila e 15 milioni di euro all’anno e caratterizzate da una continuità del rapporto nel corso del periodo considerato (primo semestre 2016). L’analisi riguarda tutte le più importanti voci di spesa del Business Travel (biglietteria aerea e ferroviaria, hôtellerie e noleggio auto).
La ripresa continua, dunque,ma a ritmi minori rispetto alle previsioni. A rallentare la crescita diversi fattori, tra cui l’elevata volatilità sui mercati finanziari di inizio anno, innescata dal tonfo dei mercati asiatici, l’incertezza legata ai problemi del sistema bancario italiano ma anche europeo, il calo della domanda globale alimentato, in particolare, dalla caduta del prezzo del petrolio. Anche la Brexit ha aumentato il livello d’incertezza sul futuro.
“La Business Travel Survey è in grado da anni – dice Luca Patanè, presidente Gruppo Uvet – di creare una più che approfondita panoramica di quello che è lo scenario economico globale, basandosi sui dati del business travel e monitorando le mete sulle quali si concentrano i maggiori spostamenti. Tramite la nostra analisi, vediamo come si accentua la debolezza dell’economia globale e del commercio internazionale, con alcune differenze anche marcate tra le aree del Mondo. Gli Stati Uniti si confermano il vero motore di espansione mondiale, mentre nelle economie emergenti le prospettive rimangono fragili e rappresentano il principale elemento di rischio per la crescita e per i mercati finanziari mondiali. Infatti le prime mete raggiunte dai manager italiani sono New York, Dubai e Shangai”.