I 40 anni di vita del ministero dei Beni culturali, che si festeggiano a dicembre, "possono essere il giro di boa per perfezionare la rotta". Lo dice il ministro Dario Franceschini, sempre più convinto della necessità di una riforma del ministero, che insieme alla ragioni della tutela, tenga conto anche dell'innovazione e della valorizzazione.
"Le migliori istituzioni museali del mondo – spiega – sono quelle che riescono a fare insieme ricerca, tutela e valorizzazione, come il Louvre, che fa tutto questo e anche il marketing e certo non se ne vergogna, perché proprio con il marketing contribuisce a finanziare ricerca e tutela. Questa è la seconda fase che anche noi in Italia dobbiamo avviare".
La riforma del ministero, sottolinea Franceschini, "è quindi una sfida legata a questi 40 anni. Si può fare con strumenti ministeriali e questo renderà i tempi più rapidi e la faremo partendo da quello che è stato già fatto, tenendo conto del lavoro della commissione che ha lavorato per il precedente governo". Il ministro si dice favorevole "ad una struttura centrale leggera ed autorevole" poi torna a battere sulla necessità di "rivedere la struttura territoriale", sottolineando che "ci sono troppe sovrapposizioni tra direzioni regionali e soprintendenze".
Insomma, conclude, "siamo all'inizio di un percorso molto importante, che è poi forse il modo migliore per festeggiare i 40 anni di vita del ministero" che nacque nel 1974 con Giovanni Spadolini.
Intanto, si sta lavorando alla promozione di un convegno (previsto tra dicembre 2014 e i primi mesi del 2015) proprio sul 40ennale del ministero del Collegio romano. L'idea è di coinvolgere tutti i protagonisti, aprendo all'università, gli istituti di ricerca, i professionisti dei beni culturali, i privati, le associazioni, "per vedere cosa è cambiato in questi 40 anni, com'è cambiata l'idea di patrimonio culturale" e valutare gli strumenti migliori per il futuro e puntando ad un 'progetto condiviso' di innovazione.