sabato, 16 Novembre 2024

Arriva il Libro bianco del Mibact su tutela e fruizione siti Unesco

Un 'Libro bianco sulla legge 77/2006' (quella relativa alle misure di tutela e fruizione dei siti italiani Unesco che nel 2013 sono diventati 49), è stato realizzato dalla Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, diretta da Anna Maria Buzzi, edito da Rubettino e presentato ieri alla sala S.Marta a Roma.  
Una legge importante, che ci rende un'eccezione, visto che come ha ricordato il presidente della Commissione italiana Unesco Giovanni Puglisi, siamo l'unico paese ad avere una legge relativa ai siti Unesco, e che secondo il presidente dell'Associazione città e siti Unesco, il sindaco di Assisi Claudio Ricci, è stata trainante per l'elaborazione dei Progetti di gestione, dando un sostegno importante specie per le località più piccole e meno ricche, tanto che nel 2014 dovrebbero essere approvati quelli di tutti, in via definitiva, mentre si sono elaborati progetti ritenuti sempre più prioritari all'interno dei Piani.   
Complessivamente sono stati 230 i progetti finanziati  con la 77/2006 (su oltre 400 presentati) cui è andata una media di 70 mila euro l'uno, "ma con un metodo a pioggia che non incide sulla valorizzazione dei siti", ha sottolineato Puglisi, ricordando che il 27% delle somme sono bloccate da progetti poi non avviati o non rendicontati.  
Su quest'ultimo aspetto, Puglisi ha puntato il dito contro la Regione Sicilia che ha il 60% dei fondi relativi ai siti non rendicontati, per invitare ad avere il coraggio di veicolare i futuri e ulteriori finanziamenti privilegiando chi ha dimostrato di avere una gestione virtuosa.
Il problema è però che la legge ha potuto mettere, nei sei anni del suo funzionamento, a disposizione dei siti 17 milioni 815 mila euro (che sono poco più di 2 milioni 700 mila euro l'anno): "una cifra irrisoria, anche se non irrilevante, vista nell'attuale panorama dei fondi per la cultura". 
In ogni caso, secondo il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, "il metodo di lavoro portato avanti con la legge 77/2006, andrebbe applicato a tutto il lavoro del ministero dei Beni culturali e turismo, perché la loro valorizzazione è la chiave di volta per far divenire il nostro straordinario patrimonio il motore di sviluppo di questo paese, che ha purtroppo perso altre vocazioni produttive".

 

 

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