Ora che le truppe di Damasco hanno ripreso il controllo di Palmira, c’è tutta l’apprensione da parte del mondo della cultura per capire cosa ne è stato delle sue rovine romane e dei tesori archeologici finiti nelle mani dell’Isis per quasi un anno.
E per gli esperti siriani si tratta di uno “shock”. I primi rapporti parlano d’innumerevoli reliquie e statue demolite. Il direttore delle antichità e dei musei, Maamoun Abdulkarim, ha detto che un team di esperti si recherà presto a Palmira per fare una stima dei danni mentre Mosca invierà artificieri, robot e mezzi speciali già da questa settimana per sminare la zona archeologica. Poi si potrà procedere alla conta vera e propria nel giro di due o tre settimane.
Secondo Abdulkarim, “l’anfiteatro, la via centrale con il suo colonnato e le mura dei templi” sembrano in “perfette condizioni”. Ma tutto va ancora verificato e di sicuro l’opera di restauro del sito archeologico patrimonio Unesco non sarà una passeggiata e potrebbe richiedere almeno cinque anni. L’Unesco, per l’appunto, si è già attivato e non appena possibile invierà un suo team di esperti in loco.
Intanto il ministro italiano dei beni culturali Dario Franceschini dice che i Caschi Blu della cultura sono pronti: “I nostri caschi blu della Cultura non sono solo un’idea ma una realtà operativa, una Task Force di carabinieri e civili, pronta a intervenire non appena ci verrà chiesto dalla comunità internazionale. Siamo il primo e unico paese ad avere firmato un protocollo con l’Unesco su questo”.