Gira tutto su due attrattori il grosso del flusso dei visitatori dei musei e aree archeologiche italiane. Si tratta del circuito Colosseo-Foro Romano- Palatino e quello di Pompei-Ercolano, che registrano 9 milioni e mezzo di visitatori in due. Il terzo classificato, ovvero l’Arena di Verona, conta neanche un terzo delle visite di Pompei e guida un gruppetto di 3 attrazioni che viaggiano tra 6 e 700 mila visite. Dopo queste, il numero di ingressi si dimezza e continua ad abbassarsi. Il parco archeologico di Brescia romana è il ventesimo fra i più visitati in Italia e conta 52.000 ingressi.
A partire da questi dati, Sabrina Meneghello e Federica Montaguti, ricercatori senior del CISET, mettono in luce i rapporti tra turismo culturale in genere in Italia e turismo archeologico, evidenziando le particolarità del segmento anche in un confronto con esperienze internazionali. L’occasione è data da TourismA – Salone internazionale dell’Archeologia, nel corso di un convegno in programma domani, venerdì 17 febbraio a Firenze Palazzo dei Congressi, alle 11.30.
Attraverso l’utilizzo di Google® Trends, ma anche di altre risorse come il numero di produzioni cinematografiche dedicate a Roma o alla Magna Grecia, verrà confrontata la notorietà e attrattività turistica di diversi monumenti e aree archeologiche: ad esempio, il Colosseo è ricercato, nella categoria viaggi in tutto il mondo mentre sono i turisti italiani e tedeschi soprattutto a cercare l’Arena e più in connessione ai concerti e all’opera che all’archeologia.
Durante l’incontro si andrà poi a vedere come il digitale e l’evoluzione della domanda turistica modificheranno la fruizione turistica dei beni archeologici e quindi si approfondiranno buone pratiche sulla costruzione di prodotti turistici intorno al tema archeologico, con un focus particolare sulla creazione di prodotti esperienziali e di viaggi lungo itinerari che uniscono il presente e il passato dei territorio.