mercoledì, 24 Aprile 2024

8 pretendenti per Alitalia, c’è anche Almaviva. Ma basteranno?

 

Otto possibili pretendenti per Alitalia. Tre per la compagnia in blocco e le altre per singoli asset: tre per le attività di handling aeroportuale, due per le attività di manutenzione, secondo quanto trapela da alcune indiscrezioni. Dal commissario e dal ministero infatti non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale.

L’unico ad ufficializzare di essersi fatto avanti alla scadenza del bando, fissata alla mezzanotte del 18 marzo, è il gruppo Almaviva. “Per Alitalia quello che fino ad oggi è mancato è un piano. Io voglio propormi come colui che conosce l’azienda, che ha il know-how, una idea: ho chiamato il progetto ‘trasporti e turismo’”, dice l’imprenditore Alberto Tripi parlando con l’ANSA dell’offerta lanciata dalla sua Almaviva. Punta sull’esperienza nell’Ict, su una piattaforma digitale, su una integrazione capillare con l’offerta turistica “esperienziale, di qualità” del Paese, e ad essere ammesso in data room per “andare a vedere i numeri e l’organizzazione interna, andare a capire se c’è una base per il progetto”. Gli eventuali soci verranno dopo, spiega: “Trovare i soldi non è una cosa difficile: si tratterà di mettere soldi su un progetto, sul turismo italiano, non su una compagnia aerea che arranca. Io non ho i soldi per farlo: parliamo di miliardi”.

Le indiscrezioni indicano come interessati alla parte volo anche la Synergy di German Efromovich, il patron di Avianca già fattosi avanti nell’estate scorsa, e l’americana UsAerospace che a fine 2019 ha rilevato asset dell’ultra-lowcost islandese Wow, che aveva cessato le operazioni da marzo, e il mese scorso ha annunciato l’intenzione di stabilirsi in Italia come ‘Wow Italia’ atterrando a Roma e in Sicilia.

Ma da queste indiscrezioni non sembra emergere un quadro in grado di scongiurare il piano B: la nazionalizzazione tramite una newco controllata dal Tesoro che appare sempre più vicina se si considera anche la pesante pressione dell’emergenza coronavirus sui conti  in perdita della compagnia. Il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli chiarisce che questa è la scelta del governo e che, semmai, con chi è interessato si può collaborare. Intanto il ministero ha convocato una riunione con azienda e sindacati per lunedì 23 marzo.

 

 

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