L’annuncio alla fine è arrivato ieri nel primo pomeriggio, dopo un vorticoso rincorrersi di voci allarmistiche: Air Italy è stata messa in liquidazione. Tutti gli aerei a terra: da oggi non vola più. Addio alla storica base di Olbia e a quella di Milano Malpensa, scelta strategica per lo sviluppo, nei piani ambiziosi della società, dei collegamenti internazionali. In tutto circa 1.200 dipendenti, di cui 550 in Sardegna, ora sono appesi a un filo.
Sul fronte voli, la società annuncia che saranno assicurati quelli sino al 25 febbraio negli stessi orari e nei giorni previsti ma con altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato collegamenti in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente. Compare tutto sul sito della compagnia, che ha messo in ‘chiaro’ solo questa comunicazione: tutto il resto non esiste più.
I soci, riuniti in assemblea in videoconferenza tra Milano e Doha, hanno deciso la via della liquidazione. Di fronte a una perdita stimata di 230 milioni di euro nel 2019 – il 70% del fatturato atteso intorno ai 330 milioni – gli azionisti, Alisarda con il 51% e Qatar Airways attraverso AQA Holding con il 49%, hanno deciso all’unanimità di mollare. La strada scelta è quella della liquidazione in bonis, un percorso che prevede il pagamento di tutti i dipendenti e dei creditori. Già nominati i due liquidatori: sono Enrico Laghi e Franco Lagro. Saranno loro a far fronte a tutte le passività maturate, comprese quelle nei confronti dei dipendenti.
La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha convocato i due liquidatori per stamattina a Roma, negli uffici di Porta Pia. “Obiettivo prioritario del Governo – si legge in una nota diffusa dal ministero al termine dell’incontro – è la tutela dell’occupazione, motivo per cui la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia, per un ulteriore approfondimento delle proposte oggi avanzate”. Al termine dell’incontro la ministra “ha confermato l’intenzione, più volte manifestata, di avviare nel mese di febbraio, in collaborazione con Enac, la definizione di un nuovo Piano Aeroporti nonché di procedere alla revisione delle regole del trasporto aereo, anche alla luce dell’evidente contraddizione tra la crescita del mercato e le difficoltà delle aziende del settore”.
Intanto, dal PD arriva la proposta che la Regione Sardegna entri a far parte del capitale sociale di Air Italy mentre il governatore Solinas ha chiesto un incontro urgente al Mit e Mise e assicura che seguirà “con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda”. Air Italy si è impegnata a continuare a svolgere i collegamenti in continuità territoriale con la Sardegna fino al 16 aprile prossimo, data della conclusione del regime attualmente vigente. Di fatto la compagnia ha smesso di volare in continuità dal 3 febbraio scorso, quando è scattata la chiusura per 40 giorni dell’aeroporto di Olbia per i lavori di ampliamento della pista. I collegamenti vengano effettuati da Alghero, con un servizio di bus navetta, ma solo con Alitalia: Air Italy, infatti, ha deciso che non avrebbe spostato i suoi aerei.
Si apre adesso una fase complicata per tutti i dipendenti, ai quali il presidente della società, Roberto Spada, ha indirizzato una lettera in cui parla di “scelta difficile ma necessaria”. “Il Governo – incalzano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – trovi una soluzione immediata per i lavoratori di Air Italy – Con la liquidazione sono circa 1.500 i lavoratori a rischio per i quali non abbiamo certezza degli ammortizzatori, in quanto il fondo del trasporto aereo non è stato rifinanziato”. All’attacco anche l’Anpav, il sindacato degli assistenti di volo: “questa crisi – denuncia la sigla – è soprattutto frutto di ripetute scelte manageriali errate”.