Sono giorni cruciali per il destino di Alitalia mentre i sindacati sono già sul piede di guerra a proposito dei 2500-3000 esuberi che Lufthansa chiederebbe per entrare nella ex compagnia di bandiera. Dopo il passo avanti del gruppo tedesco, che mette sul piatto un ‘investimento importante’ per rilanciare Alitalia, sono previsti a Francoforte una serie di incontri tra il consorzio acquirente della newco e i vertici di Lufthansa per mettere a punto i dettagli sul loro ingresso nell’azionariato della nuova Alitalia. Agli incontri potrebbero partecipare anche i commissari straordinari che da un paio di settimane hanno un ruolo diretto nella trattativa.
Proprio i tre commissari, Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo, che da 2 anni 5 mesi stanno gestendo la compagnia, mercoledì saranno ascoltati in audizione dalle Commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera sul dossier Alitalia. E il giorno seguente a Francoforte ci sarà il consiglio di amministrazione di Lufthansa, con la diffusione dei conti trimestrali, e in quell’occasione l’AD Carsten Spohr dovrebbe annunciare la cifra sull’investimento in Alitalia che, secondo voci di corridoio, dovrebbe aggirarsi sui 150-200 milioni di euro. Esperti del trasporto aereo in Germania sottolineano che “l’Italia come grande mercato e un hub come Milano sono troppo importanti per cui Lufthansa non può permettere che Delta entri in Alitalia”.
Intanto già si apre un fronte rovente per quel che riguarda i posti di lavoro che verrebbero sacrificati con l’arrivo di Lufthansa in Alitalia.
“Trasecolodavanti a queste cifre sugli esuberi”, afferma Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. “Rigettiamo qualsiasi ipotesi di esuberi e di licenziamenti. Per noi è assurdo discutere di licenziamenti quando non abbiamo visto nessun piano industriale”, sottolinea Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil. “Al Ministero dello Sviluppo economico ci hanno sempre detto che non ci sarebbero stati esuberi e adesso ne spuntano migliaia. È necessario che il ministro Patuanelli ci convochi al più presto e ci faccia capire cosa sta succedendo”, aggiunge Pellecchia, ribadendo che “la nostra posizione non è cambiata” e “qualora si evidenziasse anche un solo esubero, le soluzioni occupazionali andrebbero trovate all’interno del progetto di rilancio della compagnia di bandiera”. E Cuscito fa presente che “il governo, avendo la responsabilità della trattativa, ha il dovere di scegliere il partner industriale più idoneo in termini di prospettiva di sviluppo e tutela dell’occupazione” in Alitalia.(A
“Nessuno pensi di pianificare un piano industriale per Alitalia senza confrontarsi con il sindacato”, aggiungono il segretario generale, Claudio Tarlazzi, e il Segretario nazionale, Ivan Viglietti, della Uiltrasporti, che proseguono: “e nessuno pensi ad un piano industriale che non preveda investimenti in nuovi aerei, apertura di nuove rotte intercontinentali ed il pieno utilizzo di tutti i lavoratori di Alitalia. Se non dovessimo riscontrare tutto ciò, la nostra reazione non farà sconti a nessuno”.