Non è ufficiale ma pare ormai certo che Rocco Sabelli lascerà la guida di Alitalia. Non darà la disponibilità per un nuovo mandato. E non è escluso che dal cda in agenda per il 24 febbraio per chiudere il bilancio 2011 venga l'indicazione del futuro pilota per il comando della compagnia. Il nome in pole position è Andrea Ragnetti, manager esperto di marketing, che con Sabelli ha lavorato in Tim e Telecom Italia all'epoca della presidenza di Roberto Colaninno, che oggi è presidente di Alitalia. L'ufficialità arriverà comunque dall'assemblea in marzo che rinnoverà il board.
Sabelli, dopo tre anni e mezzo di impegno e adrenalina per ristrutturare Alitalia, decollata il 13 gennaio 2009, ha portato a termine il mandato, come più volte ha fatto intendere negli ultimi mesi. Non si tratterebbe, dunque, di dimissioni ma della fine di un compito, quello di ristrutturare la compagnia, che Sabelli ritiene di aver portato a termine.
Condividendo il 'piano Fenice' di Intesa SanPaolo per la rinascita di Alitalia grazie ad una cordata di imprenditori messa insieme dall'allora ad di Intesa SanPaolo e oggi ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, Sabelli è infatti riuscito a ristrutturare la compagnia portandola ad un fatturato di 3,5 miliardi di euro, al record di passeggeri nel luglio scorso (2,6 milioni), con il rammarico di aver mancato di poco il target del pareggio operativo di bilancio per il 2011, che sembrava a portata di mano nel settembre scorso, per puntare all'utile netto nel 2012. Ma la crisi del mercato, le fiammate del prezzo del carburante, i problemi geo politici in alcune aree di business hanno impedito di mettere a segno l'obiettivo.
Puntuale arriva anche il commento di Vito Riggio, presidente dell'Enac: "se Sabelli, dovesse lasciare mi dispiacerebbe, è stato un ottimo manager. Trovo che abbia fatto molto bene. Ma è una sua scelta, noi non interferiamo sulle nomine".
