Il Tribunale Ue ha confermato le decisioni della Commissione che qualificano illegittimo il prestito concesso dallo Stato italiano ad Alitalia, ma autorizzano la vendita dei beni di quest'ultima. La decisione del tribunale interviene sulla base di un ricorso presentato da Ryanair che ha contestato le decisioni della Commissione Ue, poi confermate dai giudici.
Nel 2008 lo Stato italiano ha concesso ad Alitalia un prestito di 300 milioni di euro, riconoscendole altresì la facoltà di imputare tale somma in conto capitale. L'offerta della Cai è stata trasmessa dalle autorità italiane alla Commissione Ue che ha così avviato un procedimento d'indagine. Quest’ultima ha constatato che il prestito costituiva un aiuto di Stato illegittimo ed ha ordinato il recupero dell’aiuto presso Alitalia. Con una seconda decisione, la Commissione ha ritenuto che la misura relativa alla vendita dei beni di Alitalia non implicasse la concessione di un aiuto di Stato e che neppure la procedura di amministrazione straordinaria alla quale era stata sottoposta Alitalia portava alla concessione di un aiuto a favore degli acquirenti. Adesso, il Tribunale Ue ha confermato la decisione della Commissione respingendo il ricorso di Ryanair. Al contrario, ritiene che la Commissione abbia verificato che l'invito a manifestare interesse non conteneva alcuna clausola discriminatoria fondata sulla nazionalità degli offerenti e che tale invito aveva costituito l'oggetto di larga pubblicità a livello sia nazionale che internazionale. Infine, il Tribunale ritiene che Ryanair, pur avendo svolto un ruolo attivo nella procedura di adozione di tale decisione, non abbia dimostrato che il fatto di ordinare il recupero dell'aiuto presso Alitalia avesse pregiudicato in modo sostanziale la sua posizione concorrenziale. Secondo il Tribunale Ryanair non ha dimostrato di essere individualmente riguardata da tale decisione.
