Charter in calo del 30%, guadagnano le low cost

Il charter è morto? Il tema è stato al centro del convegno “Charter sotto assedio! Low cost, compagnie medio orientali e nuovi protagonisti stanno cambiando lo scenario” che si è svolto a NoFrills. In effetti, i dati Enac segnalano una decisa riduzione del segmento Itc nel triennio 2010-2013: il traffico charter si è attestato l’anno scorso a 4.828.276 passeggeri, sfiorando una diminuzione del 30% rispetto al 2010. Sulle rotte internazionali, si è passati da 6.572.137 passeggeri a 4,5 milioni, ovvero si sono persi 2 milioni di passeggeri. Considerando le rotte nazionali, la diminuzione è stata dai 304mila ai 279mila.

“Nel 2009 la quota detenuta dalle low cost, in termini di passeggeri, si aggirava intorno al 33%, ora si attesta al 43%, quella dei legacy carrier 59% nel 2009 e oggi 53% – sottolinea Andrea Tucci, aviation business development di Sea – la quota persa dai charter è shiftata su altri modelli, passando dal 9 al 4%. I modelli legacy e low cost stanno di fatto convergendo e credo che per i charter non ci sia quasi più futuro”.
Per Giacomo Cattaneo, aviation manager di Sacbo, però, non sono calati i charter in sé, ma “sono diminuiti i tour operator che acquistano posti volo. “Dunque non è la fine del segmento Itc, sebbene questo stia stato fortemente aggredito sul corto raggio dalla concorrenza delle low cost e sul lungo dall’offerta dei vettori mediorientali”. Anche se ancora oggi molta gente preferisce ancora la tranquillità della vacanza di un pacchetto di viaggi. E soprattutto nel turismo religioso rimane ancora fondamentale l’idea di un charter dedicato. I tour operator, infatti, invece di acquistare posti in vuoto per pieno, spezzettano nella settimana gruppi per vacanze o per pellegrinaggi.

editore:

This website uses cookies.