D’ora in poi non potrà rimanere più un solo pilota in cabina di pilotaggio. Le compagnie aeree mondiali, con Alitalia, Air Canada, EasyJet e Norvegian a fare da apripista, cambiano le regole.
Le urla del comandante dell’A320 della Germanwings che rimbalzano dal ‘voice recorder’ della scatola nera esortando il co-pilota, rimasto solo in cabina, ad aprire quella porta bloccata, non sono rimaste inascoltate. Ed hanno spinto già alcune compagnie (che saranno seguite a stretto giro dalle altre) a cambiare le regole. Spesso a ripristinarle, come Alitalia che già ieri sera aveva annunciato che d’ora in poi in cabina di pilota non potrà più rimanere un solo pilota.
Si torna così alla regola che era già stata prevista dopo l’11 settembre quando, complici quei blitz dei terroristi-piloti-kamikaze che puntarono sulle Torri Gemelle, si decise di ‘bloccare’ le porte dei cockpit. Consentendo solo ai piloti, dall’interno, di sbloccarle. All’epoca la decisione fu di prevedere, appunto, la presenza – sempre – di due persone in cabina. Nel caso uno dei piloti si fosse dovuto allontanare, veniva richiesta la presenza di un membro dell’equipaggio per poter ‘guardare dallo spioncino’ e verificare chi chiedesse di entrare. Per aprire la porta, automaticamente, entro 30 secondi in caso non vi fossero motivi di allarme.
Ma quella regola fu superata quando, grazie alla tecnologia, si ricorse a telecamere che potevano controllare chi chiedesse di entrare in cockpit: fu deciso che poteva rimanere anche un solo pilota, assistito dal circuito tv. Una regola che oggi – alla luce del caso Germanwings in cui si sospetta la volontà suicida del copilota – ha mostrato i suoi limiti.
Il pilota fuori dal cockpit è sempre in possesso del codice di sblocco della porta di scurezza. Ma l’ufficiale di volo rimasto dentro può decidere deliberatamente di disattivare la procedura di apertura dall’esterno.