giovedì, 19 Dicembre 2024

L’industria crocieristica spinge la ripresa economica europea

Anche nel 2015 il settore crocieristico ha generato un gran numero di posti lavoro e benefici economici in tutta Europa. Secondo i dati di Clia, il contributo economico ha raggiunto la cifra record di 40,95 miliardi di euro, +2% rispetto allo scorso anno. Le spese dirette generate dal settore hanno raggiunto i 16,89 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 16,6 miliardi del 2014. Inoltre, il settore ha generato più di 10 mila nuovi posti di lavoro, raggiungendo quota 360.571 impiegati.

Questo perché, nonostante il mercato delle crociere continui a crescere anche in altre regioni del mondo, l’Europa rimane un hub fondamentale. L’Europa rappresenta infatti il secondo mercato di origine dei passeggeri nel mondo (6,6 milioni di europei sono andati in crociera nel 2015, +3% rispetto al 2014); ma è anche il secondo mercato di destinazione del mondo, secondo solo ai Caraibi. Lo studio mostra che 6,12 milioni di passeggeri si sono imbarcati in crociera nei porti europei nel 2015, +4,5%. Infine, i cantieri europei continuano a costruire le navi più grandi e innovative del mondo. Sono 48 al momento le navi da crociera ordinate presso i cantieri europei fino al 2019, con un valore totale di oltre 27 miliardi di euro.

“L’industria crocieristica continua a contribuire in maniera significativa alla ripresa economica europea”, ha detto Pierfrancesco Vago, Chairman di CLIA Europe ed Executive Chairman di Msc Cruises.

Per quel che riguarda l’Italia, si conferma la prima destinazione europea anche nel 2015 (6.800.000 passeggeri), il terzo mercato d’origine (810.000 passeggeri) e il paese leader globale nella costruzione di navi. L’economia italiana è quella che, in Europea, beneficia di più dal settore crocieristico con oltre 4,5 miliardi di euro in termini di impatto economico diretto nel 2015 e oltre 103 mila posti di lavoro che sono, direttamente o indirettamente, legati al settore (circa un terzo del totale europeo). Tuttavia, il 2015 ha visto un freno: l’impatto economico del settore è sceso dell’1% rispetto alla crescita dello 0,7% dell’anno precedente.

Discorso a parte per Venezia, che continua a soffrire del prolungato stallo regolatorio che riguarda la ricerca di una rotta di accesso alternativa che arrivi al porto. Il porto di Venezia, infatti, ha visto un calo dell’8,7% nel traffico passeggeri, passando dai 1.733.839 passeggeri del 2014 ai 1.582.481 del 2015. Questo calo ha spinto Venezia fuori dalla “top three” dei porti crocieristi mediterranei.

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