Coronavirus cancella Pasqua: svaniscono 10 mln di turisti e 3,3 mld di euro

Dopo aver azzerato il marzo del turismo, il coronavirus cancella anche il mese di aprile, vacanze di Pasqua e ponti di primavera inclusi, per un totale di 10,5 milioni di viaggiatori ‘svaniti’ e di 3,3 miliardi di consumi turistici perduti. La stima è di Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti.

Per la filiera turistica italiana è uno shock: il mese di aprile rappresenta il momento della ripresa degli spostamenti, ma anche il periodo della riapertura delle imprese stagionali del balneare, dei laghi e più in generale del segmento dell’open air.

“Lo scorso anno – commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo – si dibattevano i presunti pericoli dell’overtourism, quest’anno si vive la catastrofe dello zero tourism. Si fermano gli alberghi, i B&B, i villaggi turistici e i camping; gli stabilimenti balneari valutano di rinunciare ai preparativi d’inizio stagione. Svaniscono i ricavi anche per i servizi del settore, dalle agenzie di viaggi alle guide, dagli NCC ai bus turistici. Per non parlare della crisi dei pubblici esercizi e dei ristoranti, solo parzialmente alleviata – e in una minoranza dei casi – dalla vendita a domicilio, che il più delle volte vuol dire passare per le piattaforme delle grandi multinazionali e subire una ulteriore riduzione dei margini. Finora il governo non ha fatto abbastanza per alleviare la crisi del turismo. Imprese e operatori hanno visto crollare completamente i fatturati. L’indennità di 600 euro, che può essere utile per la sussistenza, non è un aiuto adeguato a sostenere uno dei settori chiave dell’economia italiana nel suo momento più difficile. Serve di più e subito, dalla moratoria degli affitti allo stop del fisco. Soprattutto, è necessaria una iniezione di liquidità consistente: ci avviamo a perdere tutta la stagione primaverile ed anche quella estiva non promette bene. Difficile che la ripresa arrivi prima del prossimo anno – conclude – senza un aiuto, le imprese turistiche salteranno come birilli”.

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