Brexit/2, entro due anni servirà passaporto ma viaggi forse più convenienti

Nessuna paura: anche dopo Brexit Londra resterà tra le città più visitate al mondo (oggi è la seconda dopo Hong Kong) con ben 17,4 milioni di visitatori nel 2014. Idem per il richiestissimo Regno Unito, dove nel 2016 erano attesi 34 milioni di turisti in viaggio oltre che per motivi di piacere anche di business e di studio. E anche se il clima di incertezza potrebbe duramente colpire il brand della destinazione e il desiderio dei consumatori di viaggiare nel breve-medio termine (i mercati più colpiti saranno Irlanda, Germania e Spagna e Usa), dall’altra parte la svalutazione della sterlina contribuirebbe a rendere più economico e quindi più appetibile un viaggio nel Regno Unito.    

Ma guardando alle indicazioni pratiche per chi sta per partire non ci si deve preoccupare troppo, visto che le leggi attualmente in vigore restano valide fino all’uscita definitiva del Paese (che in base al trattato di Lisbona potrà avvenire nell’arco di un biennio).    

Innanzi tutto i documenti: come succede adesso basta avere la carta d’identità valida per l’espatrio. Nel futuro potrebbe servire il passaporto, più improbabile che sia necessario il visto. Per la sanità per ora basta il tesserino sanitario italiano che è valido in tutta Europa, più in là si deciderà. Per quanto riguarda la sterlina ci saranno forse dei benefici vista la svalutazione e la “cara” Londra diventerà forse un po’ più economica, almeno per il momento. Allo stesso modo la sterlina meno forte frenerà i flussi in uscita dal Paese. Tutti gli altri servizi potrebbero avere dei rialzi di costo ma non nell’immediato: dal roaming alle assicurazioni. 

Il vero problema probabilmente saranno i voli low cost, settore nel quale molte regole andranno rinegoziate. Ma all’indomani del risultato del referendum, easyJet si dice sicura del fatto che questa scelta non impatterà la strategia dell’azienda e la sua capacità di generare crescita sostenibile degli utili e dei ritorni per i propri azionisti nel lungo periodo.

Inizialmente easyJet punterà ad accelerare la discussione con i governi del Regno Unito, dei paesi europei e gli enti regolatori per assicurarsi che il paese resti parte del mercato unico europeo dell’aviazione. Questo permetterebbe alle compagnie aeree europee di volare liberamente all’interno del Regno Unito e tra il Regno Unito e gli stati membri e consentirebbe alle compagnie britanniche di operare liberamente all’interno dell’Unione, garantendo così ai passeggeri di continuare a beneficiare di tariffe basse e a easyJet e altre compagnie di poter continuare a operare come attualmente. easyJet continuerà anche a sviluppare opzioni alternative, che garantiranno il mantenimento integrale dell’attuale network e delle proprie operazioni.

 

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