Tutta la verità: il comandante Francesco Schettino vuole che sia accertata la verità dell'incidente della nave Costa Concordia all'Isola del Giglio. Si difende anche così, in contrattacco, il principale indagato dell'inchiesta sul naufragio del 13 gennaio, 32 morti (di cui due dispersi) e migliaia di parti offese tra passeggeri e membri dell'equipaggio, in tribunale a Grosseto per l'incidente probatorio.
In aula con lui erano presenti altri tre indagati: il vice Ciro Ambrosio, l'ufficiale Salvatore Ursino e il capo dell'unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini. L'udienza è durata sette ore, ma solo nel pomeriggio il collegio dei periti del gip ha potuto cominciare a illustrare il lavoro sulla scatola nera esaminando le conclusioni della perizia: l'errore nella manovra da parte di Schettino, il ritardo nel dare l'allarme e nell'ordinare l'abbandono della nave, il caos a bordo per decine e decine di minuti, le controverse comunicazioni con l'unità di crisi di Costa Crociere. Temi che saranno sviscerati nei prossimi giorni.
Tra le richieste la più eclatante è stata quella dell'avvocato Bruno Leporatti, difensore di Schettino: voleva che l'incidente probatorio fosse esteso al timoniere indonesiano che – visti gli audio-video della 'scatola nera' della nave – non capì l'ordine di Schettino di virare a destra, e girò a sinistra. Il timoniere è indagato dalla procura di Grosseto da agosto ma, ha spiegato il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio in serata, "non sembra necessario farlo partecipare all'incidente probatorio perché quando ha sbagliato a capire l'ordine di Schettino, ormai la nave era già sullo scoglio".
Tutta in gioco, invece, la posizione dei tre indagati dell'unità di crisi di Costa Crociere, cioè il capo dell'unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini e gli assenti, oggi, Martin Ursprunger e Paolo Parodi: l'avvocato della Costa, Marco De Luca, ha esaltato alcuni risultati della maxi-perizia del gip, in particolare l'esito di alcune note supplementari depositate oggi dai periti.
"Le conclusioni aggiuntive presentate oggi dai periti del gip portano 'novità' importanti' per quanto riguarda l'operato dell'unità di crisi della Costa Crociere perché dicono chiaramente che l'unità di crisi non ha avuto la possibilità di fornire ausilio perché l'allagamento della nave stava avvenendo troppo in fretta". Queste note per alcuni sono una perizia supplementare dedicata all'unità di crisi, mentre per altri sono integrazioni alla maxiperizia con le risposte ai 50 quesiti del gip. Un piccolo 'giallo' che diventa però decisivo nel togliere 'pesi' di responsabilità agli indagati della Costa. Aggiungendone, però, alla posizione di Schettino.