Oggi al Senato verrà discusso il ddl sui parchi ma per le associazioni ambientaliste il testo ha bisogno di essere modificato.
Alle 17 associazioni si aggiungono 100 esponenti del mondo della cultura e della società civile che hanno messo a punto un documento di proposte di modifica. Sul ddl, uscito dalla commissione Ambiente, sembrava che Federparchi avesse una posizione di sostegno al testo: ed invece, per bocca del suo presidente Gianpiero Sammuri, si è scoperto che ”non ci sono spaccature e divisioni” con le associazioni ma che in realtà sono presenti dei ‘punti di contatto’ e che anche la federazione richiede delle integrazioni al ddl.
“I parchi sono in crisi – ha osservato Rossella Muroni, presidente di Legambiente – è il momento di pensare alla loro tutela e mettere da parte le polemiche. Pensiamo a dare un futuro alle nostre aree protette. L’ambiente ha bisogno di un ragionamento nuovo, di un ‘eco-valore’ 10 punto zero. Alla biodiversità italiana una legge di modifica serve sicuramente ma che sia davvero funzionale al rilancio dei parchi”.
Sammuri, pur riconoscendo che questa legge è “migliorativa rispetto a quella attuale”, ha fatto presente come servano delle “modifiche al provvedimento approvato e pronto per l’Aula”.
Il testo della legge di riforma è composto da 26 articoli. Tra le principali novità: governance dei parchi, modifica della composizione del consiglio direttivo, abrogazione dell’albo dei direttori di parco, nascita del Piano del parco, introduzione dei ‘piani di gestione della fauna selvatica’.
Tra le altre novità previste anche il capitolo servizi ecosistemici e royalty: i gestori di impianti idroelettrici di potenza superiore a 220 Kw (Kilowatt), attività estrattive e altri tipi di impianti all’interno dei parchi dovranno dare un contributo agli enti; i parchi potranno far pagare ai visitatori un ticket e potranno concedere il proprio marchio; prevista anche l’istituzione di nuovi parchi.