Il decreto imprese è stato pubblicato stanotte in Gazzetta Ufficiale ed entra quindi in vigore già da oggi, giovedì 9 aprile. Il decreto contiene misure sulle garanzie statali al credito alle imprese, il rinvio di alcune scadenze fiscali, l’estensione delle norme di golden power e la proroga dei termini processuali. Nelle intenzioni del governo il provvedimento dovrebbe smuovere 400 miliardi di finanziamenti, se si considera il credito che le banche dovrebbero concedere a imprese grandi e piccole con l’ombrello protettivo aperto da Sace e dal Fondo di garanzia per le Pmi, in aggiunta alle garanzie staccate sui crediti destinati all’export.
“Abbiamo lavorato tutta questa notte al testo del decreto per poter inviare alle banche, già stamattina”, ha detto il presidente dell’Abi Antonio Patuelli a Radio Anch’io, aggiungendo che “in questo modo le banche, che in questi giorni hanno ricevuto molte richieste dai clienti, possono subito avere elementi” per applicare la norma che prevede garanzie pubbliche sui finanziamenti bancari alle imprese in difficoltà.
Il dl imprese si articola in 43 articoli suddivisi in 6 capitoli.
Per professionisti, negozianti, autonomi e piccoli imprenditori (le nuove regole valgono per le imprese fino a 499 dipendenti) subito ‘in automatico’ 25mila euro, garantiti al 100% e senza preventivi controlli sul merito del credito. Per i prestiti fino a 800mila euro ci sarà sempre copertura al 100%, con il 90% garantito dallo Stato e la controgaranzia del 10% dei Confidi, tenendo conto della situazione finanziaria pre-crisi e non del modulo andamentale. Per le richieste fino a 5 milioni invece la garanzia sarà al 90%, sempre senza valutazione andamentale.
Per le altre imprese la garanzia arriverà da Sace tra il 70 e il 90% secondo le dimensioni delle imprese. I prestiti, come quelli per le Pmi, andranno restituiti in 6 anni. Previsti dei paletti; niente dividendi e riacquisto di azioni proprie per un anno e l’ obbligo di destinare il finanziamento per costi del personale e investimenti di attività localizzate in Italia. Meno vincolante la norma sul lavoro: “L’impresa che beneficia della garanzia assume l’impegno a gestire i livelli occupazionale attraverso accordi sindacali”. Vengono poi sterilizzate le commissioni che si possono limitare al recupero dei costi ed essere inferiori ai prestiti senza garanzia.
Sace rimane all’interno del gruppo Cdp ma cambia la propria governance diventando più autonoma. Sace concorda con Cassa Depositi strategie per massimizzare le sinergie del gruppo ma, per attuare misure di sostegno all’export al rilancio degli investimenti “non è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp”. Deve inoltre consultare il Ministero dell’Economia per le decisioni importanti e concordare con Mef, che opera in concerto con gli Affari Esteri (Mae), i diritti di voto e le nomine. Tiene conto anche delle linee guida del Mae.
Previste misure per proteggere le imprese dal rischio liquidazione o fallimento, dalla revisione temporanea delle regole per scrivere i bilanci alla disattivazione delle cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale. Favorito il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società. Previste anche misure per sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza e a sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori. Rinvia al primo settembre 2021 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, originariamente prevista per meta’ agosto.
Diventa più forte lo scudo anti scorrerie a difesa delle imprese italiane. Il nuovo Golden Power si estende a nuovi settori come l’alimentare, il finanziario e l’assicurativo, e può arrivare anche alle imprese più piccole. Il governo corre cosi’ ai ripari per evitare che aziende di rilievo, ma anche considerate strategiche per la filiera che alimentano, possano finire in mani straniere a prezzi di saldo. E questo anche all’interno dell’Unione Europea.
Nuovo stop ai versamenti di Iva e ritenute anche per aprile e maggio esteso a tutte le attività che abbiano subito perdite a marzo del 33% (entro i 50 milioni di ricavi) o del 50% (sopra i 50 milioni). Prevista anche una proroga di altri due mesi dello stop al versamento delle ritenute per autonomi e partite Iva con giro d’affari entro i 400mila euro. In tutto si congelano circa 10 miliardi.
In sede di dichiarazione dei redditi chi fa l’autoliquidazione potrà versare acconti ridotti in base alle previsioni dell’andamento reale dei propri conti nel 2020, senza incorrere sanzioni o multe se paga almeno l’80% di quanto poi sarà effettivamente dovuto non servirà andare dal commercialista o al Caaf a consegnare la delega per la dichiarazione precompilata. Basta stamparla, firmarla e mandare la foto al professionista o, in alternativa, un video o un messaggio di posta elettronica con l’autorizzazione. Arriva poi l’estensione del credito d’imposta al 50% per la sanificazione degli ambienti di lavoro anche a mascherine e protezioni.