Tutto da rifare per le Fs. Il Governo del cambiamento azzera il cda delle Ferrovie dello Stato e cancella il matrimonio. Il colpo di mano sulle Fs è arrivato a sorpresa alla vigilia dell’assemblea convocata dopo che il cda l’11 giugno aveva confermato la fiducia all’ad Renato Mazzoncini, rinviato a giudizio per truffa nell’ambito dell’inchiesta Umbria Mobilità.
“L’assemblea di domani non ci sarà, verrà rimandata”, ha annunciato ieri a margine di un convegno il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, facendo trasparire il disappunto per la posizione del cda: “Ci dispiace che si sia arroccato non applicando l’automatica decadenza prevista dallo statuto. Gli statuti vanno rispettati”. Parole concretizzatesi qualche ora più tardi con l’annuncio via Facebook: “Ho appena firmato la decadenza dell’intero cda di Fs per chiudere con il passato”, si legge nel post corredato dalla foto del ministro nell’atto di firmare.
Decadono quindi i sette membri del cda, compreso Mazzoncini, rinnovati a fine 2017 anticipatamente rispetto alla naturale scadenza in primavera. Dietro l’intervento del Governo, che si è avvalso della legge Frattini sul conflitto di interessi, c’è il tema etico legato allo Statuto delle Fs, spiegano alcune fonti. La nuova assemblea sarà convocata entro il 31 luglio, come chiesto dall’azionista Tesoro insieme al Mit in una missiva ai consiglieri di amministrazione di Fs.
Ma il cambiamento si abbatte anche sull’operazione Fs-Anas, completata a gennaio con la nascita di un colosso da 11 miliardi. Dopo giorni di tira e molla, ora la decisione è praticamente presa: manca ancora qualche studio dai tecnici, “ma non c’è alcun motivo per tenerle insieme”, dice chiaramente Toninelli. L’Anas, che in questa operazione ha conquistato l’autonomia finanziaria, però avverte: il Governo come azionista può decidere, ma “per fare queste operazioni – osserva l’ad Vittorio Armani – bisogna pensarle in modo da non distruggere valore”.